Ciao al 2025, anno di cambiamento, tra tragedie, rinascite e nuove opere. Ecco alcuni dei fatti salienti in provincia di Ragusa

Si chiude un anno che per la provincia di Ragusa non è stato solo una successione di mesi, ma almeno in parte uno spartiacque. Il 2025 che ci lasciamo alle spalle è un mosaico di contrasti: dal dolore muto per le troppe vite spezzate sull’asfalto alla speranza legata a infrastrutture attese da decenni; dalle ombre delle inchieste giudiziarie alla luce di storie personali che sembrano uscite da un romanzo. Un anno di cambiamenti profondi, dove il progresso ha marciato di pari passo con la cronaca più cruda.

Il tributo di sangue: un’emergenza stradale senza fine, un tragico diario

L’anno che ci lasciamo alle spalle porta con sé un carico di dolore pesantissimo legato alla viabilità. La cronaca ha dovuto raccontare troppo spesso di vite spezzate nel fiore degli anni, come l’ultima, quella di Flavio Dimartino, il giovane studente la cui scomparsa alle porte di Ragusa ha lasciato un vuoto incolmabile. Non meno straziante è stata la sorte di Edoardo Miceli a Scicli, morto carbonizzato in un incidente che ha mobilitato l’intera comunità in un pianto collettivo. Le strade non hanno fatto sconti a nessuno: dalla Ragusa-Giarratana, dove ha perso la vita il cinquantottenne Enrico Elia, alla Gela-Catania, teatro della morte di un padre e una figlia originari di Vittoria.

Il sacrificio di Roberta Occhipinti, soccorritrice del 118 che ha trovato la morte proprio sulla Ragusa-Mare mentre serviva la comunità, resta uno dei momenti più toccanti dell’anno, insieme alla scomparsa del giovane autista Peppe Giurdanella. Purtroppo questi drammatici episodi si sono affiancati a quelli dove protagonista è stata l’illegalità, come dimostra lo schianto di alcuni fuggitivi contro un’auto durante un inseguimento con la polizia, un episodio che ha poi generato momenti di altissima tensione persino all’interno del Pronto Soccorso.

Ferite sociali e l’ombra della solitudine

Oltre l’asfalto, il 2025 ha scavato nelle pieghe più fragili della nostra società. La tragedia che forse più di tutte ha fermato il respiro della provincia è stata quella del piccolo Raffaele Sallemi, il bimbo di soli due anni annegato in una piscina gonfiabile a Caucana durante una giornata d’agosto. Un dolore che si somma a quello per Gianmarco Campagnolo, volato via a tredici anni ad Acate. Ma l’anno è stato segnato anche da cronache di isolamento che lasciano senza parole: a Comiso, un uomo è stato trovato privo di vita dopo quindici giorni di totale oblio, mentre a Ragusa la polizia ha scoperto un uomo che vegliava il corpo della madre defunta da ben due anni.

Questi episodi di solitudine si sono alternati a momenti di inaudita ferocia, come l’agguato in stile gang a Vittoria, dove tredici persone si sono scagliate contro due rivali con bottiglie e coltelli, o l’aggressione ai danni di un medico a Ragusa, colpito da una testata in un sistema sanitario ormai al collasso. Anche l’orrore domestico ha bussato alla porta, con l’arresto di un padre a Scicli per le violenze inflitte al figlioletto di soli quattro anni.

La giustizia al setaccio: un anno di verdetti e verità necessarie

Sul fronte della legalità, il 2025 è stato l’anno della risoluzione di enigmi che per troppo tempo avevano pesato sulla coscienza del territorio. Le aule di tribunale sono diventate il palcoscenico di una giustizia determinata, capace di colpire sia i colletti bianchi che la criminalità più spietata.

Uno dei capitoli più significativi si è chiuso a Modica, dove la Corte di Cassazione ha messo il sigillo definitivo sull’omicidio di Peppe Lucifora: con il rigetto del ricorso per Davide Corallo, la condanna è diventata irrevocabile, spegnendo definitivamente le luci su un giallo che per anni aveva tenuto l’intera Contea col fiato sospeso. Parallelamente, a Giarratana, l’attenzione si è spostata sul processo d’appello per l’omicidio di Rosalba Dell’Albani, con la conferma della pressione giudiziaria su Mariano Barresi, già condannato in primo grado a 30 anni per il brutale assassinio della cognata.

Il 2025 ha segnato però anche l’inizio di nuovi percorsi processuali, come quello per l’efferato delitto di Ispica, dove alla sbarra è finito un trentacinquenne rumeno, arrestato con mandato internazionale e accusato di aver massacrato Giuseppe Barone nella propria abitazione durante la notte di Natale. A Scicli, invece, la cronaca si è tinta di una speranza di giustizia con l’arresto del presunto colpevole dell’omicidio che aveva sconvolto la città, segnando una svolta investigativa attesa da mesi. Ma le aule dei tribunali hanno dovuto occuparsi anche di fenomeni inquietanti legati alle nuove generazioni: ha destato profondo allarme la sentenza per il sequestro e la sparatoria ai danni di un giovane a Scicli, un caso che ha visto condannare quattro minori insieme a un maggiorenne per un totale di 40 anni di carcere, simbolo di una ferocia giovanile che la giustizia ha deciso di colpire con estrema severità.

Non è stata solo la violenza domestica o di banda a finire sotto i riflettori, ma anche la sicurezza dei più piccoli e l’ordine pubblico cittadino. A Ragusa, la comunità ha tirato un sospiro di sollievo con la condanna a due anni e sei mesi per l’uomo che tentò di rapire un neonato, mentre a Santa Croce Camerina la magistratura ha chiuso il cerchio sull’uccisione di un giovane tunisino, freddato con un colpo al petto durante una rissa furibonda con catene e machete. Le sei condanne inflitte hanno restituito un senso di legalità a una vicenda di violenza urbana che sembrava uscita da un film d’azione. Anche a Vittoria, il misterioso rapimento di un diciassettenne, ritrovato vivo nei pressi del commissariato dopo ore di angoscia, ha visto un’accelerazione decisiva con l’arresto dei presunti autori del sequestro.

Infine, la magistratura ha toccato i gangli dell’economia e del sociale. Se da un lato sono state smantellate piazze di spaccio che assediavano il capoluogo e sono stati eseguiti sequestri milionari — come quello da 20 milioni di euro ai danni di Raffaele Giudice — dall’altro gli ispettori hanno setacciato il mondo del turismo di lusso. Dietro le quinte dorate dei resort iblei sono emerse ampie sacche di lavoro nero, un’inchiesta che ha viaggiato di pari passo con la lotta alle truffe sui bonus edilizi coordinate da insospettabili professionisti. Dalla condanna a 26 anni per Alex Ventura l’omicidio Russo, alla protezione dei più deboli, come nel caso della sentenza per gli abusi su una tredicenne ad Acate, la giustizia del 2025 ha dimostrato di non voler lasciare zone d’ombra, restituendo al territorio una fotografia più nitida, seppur cruda, della propria realtà.

Il 2025 è stato un anno cruciale anche per il tema delle migrazioni, con il porto di Pozzallo che ha continuato a essere il terminale umano di numerosi salvataggi in mare. Particolare attenzione è stata rivolta ai tanti minori non accompagnati giunti sulle nostre coste, simboli di una fragilità che interroga costantemente le istituzioni. Parallelamente, la giustizia ha messo un punto sull’annosa vicenda della nave Mare Jonio: la sentenza ha sancito l’esito del processo che vedeva coinvolti gli attivisti della ONG, chiudendo un capitolo legale che per anni ha visto contrapposte diverse visioni sulla gestione dei soccorsi nel Mediterraneo e sul rispetto delle norme di sicurezza navale.

Infrastrutture e visioni di un futuro prossimo

Mentre la cronaca batteva i suoi colpi, il territorio ha continuato a costruire. Il cantiere dell’autostrada Ragusa-Catania è rimasto l’osservato speciale: il ritrovamento di antiche tombe ha imposto una revisione del tracciato, trasformando un intoppo burocratico in una scoperta archeologica di valore. Il mare è diventato il nuovo volano dello sviluppo grazie all’inaugurazione del catamarano Ragusa Xpress a Marina di Ragusa e all’approdo dei primi crocieristi su una grande nave a Pozzallo, segnali inequivocabili di un’isola che vuole accorciare le distanze con il resto d’Europa.

L’investimento del gruppo Mangia’s su Kamarina e la nascita di nuovi resort luxury hanno confermato che il brand “Ragusa” è ormai una calamita per il turismo internazionale di fascia alta. Anche la quotidianità commerciale è cambiata, con l’arrivo di colossi come McDonald’s sul porto e l’espansione del Gruppo Arena, le iniziative sociali di Despar, Coop, Il Centesimo, segnali di un’economia che, nonostante le difficoltà, prova a correre.

Destini incrociati e speranze per il domani

In questo mosaico di eventi, non sono mancati i frammenti di pura meraviglia. La storia di Simona e Samuel, sposi dopo un messaggio in bottiglia ritrovato per caso, ha regalato un raggio di luce in un anno difficile. Abbiamo ammirato il coraggio di Federico Ottaviano, ritrovato miracolosamente vivo in mare, e l’ingegno del “piccolo Einstein” del Liceo Fermi, arrivato alle nazionali di scienze. Dalla Ferrari che vede correre un figlio di Chiaramonte alla fiamma olimpica che ha illuminato le strade della città, il 2025 ci ha ricordato che il talento ibleo non ha confini.

Verso il 2026

Ci lasciamo alle spalle un anno di contrasti violenti, di cantieri aperti e di lutti difficili da elaborare. Ma è proprio in questa complessità che risiede la forza del territorio ibleo: una terra che cade, si interroga e trova sempre la forza di costruire un futuro più sicuro e giusto.

L’augurio della redazione di Ragusaoggi.it per il 2026 è che le strade tornino a essere solo vie di collegamento e non di addio, che lo sviluppo porti dignità e che la cronaca possa raccontare più spesso storie di messaggi in bottiglia e meno di solitudini dimenticate. Buon anno, Ragusa.

Ha collaborato Giada Drocker. L’immagine che accompagna questo articolo è generata mediante AI.

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