CI VUOLE UN IMPEGNO STRAORDINARIO DI TUTTI

“Mi sento in dovere d’intervenire sul dibattito che si è sviluppato sull’Università perché alcune affermazioni che ho letto, condite da moralismi o facili demagogie, possono creare confusione o giudizi non veri, che non aiutano a fare chiarezza su un’esperienza che, nonostante luci ed ombre, ha prodotto benefici effetti per la nostra economia, per le nostre famiglie e per il nostro mondo culturale. Le risorse che gli Enti locali abbiamo impiegato hanno sicuramente prodotto risparmi ben più alti per i nostri concittadini”.

Così il presidente della Provincia di Ragusa Franco Antoci sulla questione Università, mentre sui ritardi per il rinnovo del CdA del Consorzio Universitario e in riferimento al sollecito fatto dal parlamentare nazionale Nino Minardo afferma: “Se ritardi ci sono nel rinnovo, questo non dipende dalla volontà dei soci, ma da una clausola inserita nel nuovo Statuto del Consorzio che ha condizionato la validità delle Assemblee alla regolarità delle contribuzioni fino all’ultimo esercizio finanziario; Provincia e Comune, per difficoltà di cassa avevano ancora dei residui che sono stati in gran parte saldati e lo saranno completamente ai primi di aprile. Questo argomento mi dà l’occasione per far presente come finora il Consorzio si sia sostanzialmente retto sulle finanze del Comune Capoluogo e della Provincia e nessuno si è fatto avanti per contribuire alla vita della nostra Università. Si era proclamato a gran voce che l’ostacolo all’ingresso di Enti e privati era lo statuto; ci abbiamo messo un anno per cambiarlo: risultato zero! Il territorio, la politica, l’imprenditoria, i sindacati, le banche, i privati della nostra provincia che chiedono che l’Università resti, con tante facoltà, con tanti studenti, dove sono? Perché non si fanno avanti? Perché non dimostrano concretamente questa loro volontà? Istituzioni come la Camera di Commercio, che pure è socio della Sac, l’Asi, le associazioni di categoria specialmente quelle degli imprenditori, le Banche, a partire dalla Banca Agricola che già in passato ha dato un grosso contributo, non sono evidentemente interessate. La Provincia di Ragusa e il Comune di Ragusa sono invece chiamati, e lo fanno volentieri, pur nella povertà dei loro bilanci, a sostenere un’Istituzione che a parole tutti vogliono, ma nessuno sostiene”.

Altra questione è la nascita del quarto polo pubblico. “E’ un’idea nata dal lavoro certosino – aggiunge Antoci – e dalla sinergia tra gli amministratori ragusani, siracusani ed ennesi e da una forte volontà politica espressa dalla siracusana on. Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente che fino a un certo punto ha cercato di correre, sfruttando un momento favorevole, per la nascita di questa nuova università statale a rete. Poi tutto si è affievolito perché la Kore che pure, attraverso il suo Rettore, aveva aderito al progetto, si è successivamente tirata indietro attraverso i suoi organi gestionali “politici”! Ed allora, se l’on. Zago dice che non c’è più tempo da perdere per il quarto polo, per essere consequenziale lo invito a sollecitare l’assessore regionale Centorrino ad indire immediatamente una conferenza di servizio con il Ministero della Pubblica Istruzione, con le istituzioni e con i consorzi e a suggerire ai suoi colleghi di partito che governano la Kore a ritornare sulla loro decisioni; in caso contrario penso debba esserci la sospensione di ogni contributo che la regione eroghi alla stessa Università. Un ricatto? No certamente, ma una questione di giustizia perché non è certo corretto che una Università che vuole rimanere “privata” venga sostenuta con fondi pubblici. Se questo non accade potremo dimenticare il quarto polo perché il Ministro Gelmini nella programmazione 2010-2012 non ha previsto la nascita di nuovi atenei al di fuori della razionalizzazione degli atenei esistenti, del loro accorpamento e della trasformazione da università private in università statali”.

Antoci poi fa chiarezza sulle convenzioni con l’Università di Catania: “Chi lamenta che si chiudono facoltà prima esistenti dimentica o non sa che le leggi intervenute negli ultimi anni hanno fissato dei criteri minimi inderogabili per le singole facoltà in termini di professori. Questo ha fatto lievitare enormemente i costi e ha reso indispensabile la decisione del Consorzio, senza il quarto polo (che comunque garantirebbe a Ragusa non più di due facoltà), di avere comunque la sede a Ragusa della Facoltà di Lingue, prevedendo anche un ritorno di gran parte delle tasse pagate dai nostri studenti”.

Infine il presidente Antoci esprime un auspicio: “Mi auguro che ci sia una presa di coscienza da parte delle forze politiche e dei loro responsabili e da parte delle forze economiche della provincia che occorre un duplice grande sforzo per mettere in atto azioni decisive con atti concreti dei governi nazionale e regionale e fornire adeguato sostegno economico per dare fiato alla struttura universitaria e per consentire un eventuale aumento dell’offerta formativa. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, tenendo sempre conto che per questa questione, come per le altre che interessano la nostra comunità (mi riferisco chiaramente a quelle infrastrutturali), guardando a Palermo e a Roma non possiamo certamente dire “lassù qualcuno ci ama”.

 

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