Ci stiamo già dimenticando di Camilleri e Montalbano?

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola

La psicologia iblea corre sui giardini delle amnesie. Forse. Il ragusano medio insegue le mode, lo sappiamo. E ha la memoria corta. A volte.

È vero: un Montalbano non è per sempre. Sapevamo anche questo. Non potevamo vivere di rendita per sempre. Né per il turismo né per la gloria. Ci sarà un punto di svolta e di saturazione nel quale la millesima replica della splendida serie in tv non avrà più risonanza. E l’appeal degli scenari e il genio dei nostri luoghi attireranno sempre meno.

E però al Maestro a prescindere è dovuta riconoscenza, gratitudine. E soprattutto la celebrazione della sua grandezza.

Per il Centenario Camilleri si è fatto poco a Ragusa? Per alcuni, le proiezioni di un “film” in merito sarebbe stato pochino. Eppure ci furono tre giorni di festival a giugno e luglio con “Le Cucine di Camilleri”. La rassegna importante di “A Tutto Volume” ha inteso dedicare l’apertura tutta all’autore. A giugno e luglio è stata organizzata una rassegna (“Il cinematografo viaggiante”) contestualmente alla “Mostra Camilleri 100”. La famiglia Camilleri e altri soggetti istituzionali sono stati coinvolti nella strutturazione delle iniziative. Centinaia di visitatori a Ibla hanno potuto scoprire una bella raccolta di volumi, edizioni in lingua straniera, taccuini e ricordi personali di Camilleri. 

Le istituzioni locali si ripromettono di dare continuità alla celebrazione di Camilleri nella collaborazione con gli interlocutori più idonei e sulla scia del prestigio che merita e le si addice.

Bene. Sì, forse qualcosa si è fatto. E altro si farà ancora. Nondimeno alcuni di noi rischiano di staccarsi dalla via e di consegnare alla bruma del faro le ultime parole di una irredimibile dimenticanza. E questo forra ingiusto assai.

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