Che bello: l’autostrada Modica-Scicli costerà 54 milioni e mezzo di euro al chilometro, 545 euro al centimetro

La superstrada Pedemontana Veneta collega la provincia di Treviso a quella di Vicenza. Lunga 94 chilometri e mezzo, è costata 2 miliardi e novecento milioni di euro. E’ stata costruita in project financing, cioè con una formula che attrae gran parte di capitali privati in cambio di una concessione e, quindi, della riscossione dei pedaggi. Tracciato bellissimo, ma i mezzi circolanti sono pochi.

L’autostrada A35, meglio conosciuta come BreBeMi (Brescia-Bergamo-Milano), scorre in parallelo con l’Alta velocità ferroviaria fino all’aeroporto di Linate. Lunga poco più di 62 chilometri, è costata 2 miliardi e seicento milioni, sempre in project financing. Il pedaggio è di 2 euro ogni dieci chilometri, per cui fatta una volta spesso non la si riprende più: ha il pedaggio più caro di tutta la rete autostradale nazionale. In dodici anni ha accumulato perdite di esercizio per circa mezzo miliardo di euro.

L’autostrada A36, meglio conosciuta come Pedemontana Lombarda, collega le province di Varese, Como, Monza e Bergamo all’area Nord di Milano. L’attuale pedaggio è di 1,93 euro per 10 chilometri. E’ ancora incompiuta. Realizzata anch’essa in project financing, finora sono stati spesi 2 miliardi e trecento milioni, con seicento milioni di contributo statale. E’ stato stimato che quando gli 87 chilometri previsti, più 70 km di ulteriori opere di viabilità saranno completati, potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro, vale a dire 57,8 milioni di euro al km: l’autostrada più costosa d’Italia.

Ricordiamole, queste opere, quando qualcuno del Nord elenca le opere incompiute di questa nostra disgraziata isola. Incompiute sinonimo di spreco di soldi pubblici. Basta pensare, in questi mesi di secca, alle dighe costruite e mai collegate alla rete idrica.

Però noi, nel nostro piccolo, potremmo essere in grado di fornire un nuovo argomento ai sostenitori di “terronia”. Sì, proprio noi del ragusano.
Da maggio continuano a ripetere che per costruire il tracciato autostradale Modica-Scicli, 11 chilometri di quella Siracusa-Gela attesa dagli anni in cui c’era ancora la guerra in Vietnam, non bastano i 350 milioni di fondi pubblici già stanziati. Ne servono di più, molti di più, perché il costo delle materie prime è aumentato tanto, forse perfino troppo. Eppure siamo nel momento in cui il petrolio, dal quale tutto o quasi dipende, sta scendendo nelle quotazioni internazionali, tuttavia occorre considerare anche l’aumento del costo della manodopera.
Nei giorni scorsi l’on. Luca Cannata (FdI), vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, “si è impegnato affinché i fondi iniziali di 350milioni di euro possano essere rimpinguati di altri 250 milioni resi necessari a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali e manodopera, dopo l’effetto Covid e crisi delle guerre in atto. Essendo il progetto già esecutivo, con questi ulteriori fondi, si potrebbe procedere già all’esproprio dei terreni ed avviare la gara d’appalto”. 350 mln + 250 mln=600 mln.

Al lordo di ribassi d’asta, seicento milioni per 11 chilometri fanno 54 milioni e mezzo di costo al chilometro, 54 mila e 500 e passa euro al metro, circa 545 euro al centimetro. Non saremo ai livelli della Pedemontana Lombarda, ma ci andremo vicini. E’ certo che solo sul tratto Modica-Scicli della A18 faranno una pagina su Wikipedia. Saranno soddisfazioni.

Di questo passo, per collegare Scicli a Ragusa e da qui a Comiso-Vittoria, per finire finalmente a Gela, un totale di 61 chilometri, serviranno altri cinquant’anni e più di tre miliardi e trecento milioni di euro, un quinto di quanto stimato per il Ponte sullo Stretto di Messina. Parlo di soldi pubblici, cioè di tutti noi, come i lavoratori che pagano tasse e contributi per sperare di avere, un giorno, una pensione di 1.000 euro netti al mese. Sempre che nel frattempo non ci siano altre pandemie, guerre e prezzi inimmaginabili delle materie prime.
Un sogno. O un incubo: dipende dai punti di vista.

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