Centri commerciali chiusi: i gestori: “Così si favoriscono assembramenti nei negozi”, Codacons: “Sacrosanto chiudere”. Che ne pensate?

Le associazioni che raggruppano i gestori dei centri commerciali contestano la chiusura disposta dal Governo per i fine settimana, sostenendo che invece questa scelta favorisce gli assembramenti nelle vie dello shopping. Ecco cosa dichiarano: "Federdistribuzione, CNCC e Confimprese chiedono con forza al Governo che nel prossimo DPCM si preveda la riapertura dei Centri Commerciali nel fine settimana. «Si tratta innanzitutto di una questione di sicurezza – afferma il Presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara -. È infatti evidente che se non si consente ai consumatori di accedere ai negozi situati nelle periferie urbane, si rischia di favorire gli assembramenti nelle vie delle città e dei centri storici, soprattutto in vista del prossimo fine settimana con ben quattro giorni festivi e prefestivi». «Le nostre aziende hanno più volte dimostrato il massimo impegno nell’applicazione di tutte le misure di prevenzione all’interno e all’ingresso degli esercizi commerciali e dato disponibilità anche a valutare misure più stringenti – continua Gradara -. 

Queste ulteriori restrizioni creano invece svantaggio sia alla prevenzione sanitaria, sia un danno per un settore che sta pagando un prezzo altissimo sin dall’inizio dell’emergenza». Conferma questa preoccupazione il Presidente del CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) Roberto Zoia, che registra anche la situazione di gravissima difficoltà in cui si trovano le imprese che operano all’interno di queste strutture. «Ci chiediamo come sia possibile – dichiara il Presidente Zoia -, pensare di tenere chiusi i negozi dei centri commerciali nei fine settimana più importanti di tutto l’anno, un anno tra l’altro estremamente catastrofico sotto il profilo delle attività economiche e che in alcun modo i provvedimenti del Governo potranno adeguatamente ristorare. Il Governo deve tenere conto di un settore che contribuisce in modo determinante all’economia del Paese e che dà occupazione a migliaia di dipendenti». 
Il Presidente di Confimprese, Mario Resca chiede che «Il Governo valuti attentamente le conseguenze di una decisione in merito a questa questione. Stiamo parlando di migliaia di aziende che rischiano la chiusura e di impatti occupazionali che potrebbero rivelarsi, nei prossimi mesi, di estrema gravità. Attenzione – prosegue Resca -, perché qui si rischia di cambiare, in poche settimane, il modello di consumo per i prossimi anni: chiudere nel fine settimana i Centri Commerciali significa spingere i consumatori a fare i propri acquisti di Natale sui canali online, con buona pace di chi ogni giorno investe sui territori, crea occupazione, sviluppa indotto. Qui c’è in gioco molto più di quanto si possa pensare: il commercio vale 445 miliardi di euro con 3,4 milioni di addetti, è un motore dell’economia e un serbatoio occupazionale importantissimo», conclude il Presidente di Confimprese.

Di contro i consumatori, come nel caso del Codacons, sostengono invece che invece ritiene sacrosanta la decisione del Governo nazionale. 
Sacrosanta per il Codacons la decisione del Governo di chiudere i centri commerciali nei weekend.“Limitare l’accesso ai centri commerciali nei weekend, quando un elevato numero di consumatori notoriamente si reca in tali luoghi di shopping, è una scelta giusta e inevitabile sul fronte della lotta al Covid – spiega il Segretario Nazionale Francesco Tanasi – Le immagini della scorsa settimana hanno mostrato la ressa di consumatori per negozi nelle principali città, con le presenze in aumento in vista del Natale. Un trend che crescerà nei prossimi weekend ed una situazione letteralmente esplosiva quando l’afflusso avviene nei luoghi al chiuso come i centri commerciali, che possono trasformarsi in focolai di coranavirus e portare ad un incremento dei contagi”.
“Per tale motivo riteniamo sacrosanta la decisione di chiudere i centri commerciali nei weekend, ma al tempo stesso ci schieriamo a favore dei piccoli negozi che inevitabilmente subiranno conseguenze sul fronte delle vendite – prosegue Tanasi – In loro favore il Codacons ha lanciato una piattaforma multimodale per consentire agli esercenti  di vendere i propri prodotti online e sui social network, e concorrere ad armi pari con i colossi dell’e-commerce come Amazon, abbattendo spese, commissioni e procedure burocratiche”.
E voi cosa ne pensate? 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it