CADUTE DI STILE

 Si può pensare che incombenze più urgenti, come la grave crisi che attanaglia tutto, finanze pubbliche, lavoro, famiglie, suggerirebbero di sottacere la cosa, ma neppure la gravità del momento ci può e deve far dimenticare il nostro ruolo di adulti responsabili ed abdicare alle responsabilità verso la società futura.  Siamo padri, madri, educatori e riteniamo che sia inaccettabile concedere il patrocinio del Comune a un evento come la sagra del Pomodoro, tra le cui iniziative compare “il sexy car Wash

Ci stupisce che un’amministrazione contraddica gli scopi istituzionali dell’ente stesso:, partecipando  attivamente ad una manifestazione che riproduce gli schemi diseducativi e maschilisti della mercificazione del corpo femminile.

L’Italia è al 74° posto per parità tra uomo e donna e alla politica viene chiesto di promuovere iniziative che riducano il divario tra i generi anziché ampliarlo.

Il “Sexy car wash”, promosso quale pezzo forte dell’intrattenimento in pieno giorno, rappresenta la rinuncia da parte delle nostre istituzioni all’esercizio di un ruolo pedagogico-culturale che nega la valorizzazione dell’identità femminile. Infatti, il sexy car wash nasce come performance caratterizzata dal legame erotico tra automobili lucide e potenziate e modelle sexy, dove il corpo della donna ha un unico messaggio e non ha niente che vedere con  la libertà di espressione.

Il nostro contesto paesistico, la nostra cittadina barocca, sono in grado di fornire ben altre performance attrattive, sia in termini di offerta culturale che di puro svago, sempre restando nell’ambito di iniziative di tutto rispetto (il bookcrossing, la digitalizzazione della Fornace, le mostre nelle gallerie d’arte).

Noi non vogliamo vietare niente a nessuno, e ciascuno può trovare divertente, nei limiti della legalità naturalmente, ciò che gli aggrada. Ma qui il problema è diverso: se si trattasse di una manifestazione proposta da un privato, questa denoterebbe semplicemente un livello culturale infimo e la incapacità di proporre nulla di più evoluto oltre le pulsioni istintive di un quattordicenne. Ma trattandosi di una pubblica promozione gli enti preposti o deleganti non possono defilarsi rispetto al problema della proposizione di modelli culturali deteriori, di un’immagine lesiva e umiliante della dignità femminile.

Forse saremo considerati dei bacchettoni però ci sembra un po’ incoerente ed ipocrita il diffuso stupore verso adolescenti con comportamenti sessuali precoci, truccati o con abbigliamenti e pose ammiccanti sui social networks, quando il mondo adulto e istituzionale- ricordiamo che in questo caso tra gli organizzatori c’è anche un consigliere comunale- promuove modelli di sessualità lasciva il cui presupposto culturale è la mercificazione femminile.                                            

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