BENI CULTURALI IN SICILIA

“Il quadro relativo ai settori del turismo e dei beni culturali della nostra isola appare come una situazione sfuggita al controllo delle stesse componenti politiche del governo Crocetta”. Lo dichiara il portavoce del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore, che è anche componente della segreteria regionale Udc con delega gli Enti Locali.
“Innumerevoli – continua – sono le criticità amministrative della Regione Sicilia: dalla tutela dell’ambiente alla gestione dei rifiuti, dalla formazione ai Liberi Consorzi, fino ad arrivare alla salute stessa delle casse dell’Ente che affronta un malessere ormai cronico. E a ciò bisogna aggiungere che ben poco si è visto di quel processo rivoluzionario e riformatore sbandierato da un governatore che è sembrato abbia voluto solo fare sperimentazione politica, sostituendo diversi membri della giunta senza mai trovare quegli elementi di novità capaci di far cambiare passo al governo, soprattutto negli assessorati al Turismo e ai Beni Culturali. Ma la Sicilia non potrà a lungo rimanere vittima di questo immobilismo, sperando anche che la fiducia che la stessa Udc aveva rivolto a Crocetta sostenendolo nel suo piano ‘rivoluzionario’ sia ormai esaurita”.
“L’ultimo assessore ai Beni Culturali che è stato nominato dal presidente, il prof. Purpura – aggiunge Migliore – ci è stato presentato come un autentico tecnico, lontano dalle logiche politiche, scelto apposta per reinventare il sistema di gestione dell’immenso patrimonio culturale della Regione. Purpura, però, all’interno del piano di ripartizione dei fondi comunitari 2014/2020, pensa già di affidare ai privati la valorizzazione di questi beni, dimenticando che moltissimi di questi, prima ancora di essere gestiti, hanno bisogno di essere recuperati o tutelati. C’è il rischio concreto che continuando di questo passo non ci sarà proprio nulla da gestire”.
“La notizia che ci preoccupa maggiormente – spiega ancora l’esponente del Lab 2.0 – della quale si è detto preoccupato anche il direttore dell’area archeologica di Kamarina, dr. Giovanni Distefano, è che, stando a quanto riportato dalla stampa, la Regione debba restituire allo Stato ben 22milioni di fondi europei che erano destinati proprio alla riqualificazione di parchi e aree archeologiche, tra le quali Cava d’Ispica e il museo di Kamarina, con lavori che avrebbero dovuto essere iniziati entro il 2015. E se da una parte lo Stato ha tardato nello stanziare le somme, la Regione è colpevole di non aver individuato il capitolo di Bilancio dove versarle. Un rimpallo di responsabilità che ha generato l’anomala situazione di dover restituire i fondi del periodo precedente perché inutilizzati, in attesa di ricevere quelli del successivo. Tutto ciò non può che definirsi palese incapacità amministrativa”.
“Ci preoccupa anche il fatto che le nuove linee guida degli assessorati già citati – conclude Migliore – tendono a convogliare tutte le future risorse comunitarie verso i siti Unesco di Sicilia (in totale sette) omettendo di confessare che la loro gestione finirà sicuramente alla Fondazione Unesco Sicilia, che sul piano locale si perderà il potere decisionale sul patrimonio culturale e che una vasta parte di questo non riceverà nessuna attenzione quando invece ne avrebbe molto bisogno. Ci auguriamo che, comunque, quelle somme non vadano del tutto perse ma possano essere recuperate dedicandosi, poi, a un piano di utilizzo ben ragionato”.

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