AUSILIARI ASP . PERCHÉ DUE PESI E DUE MISURE ? CHIESTA UN’AUDIZIONE

                                                                                                                                                                                          Il presidente della V° commissione regionale Lavoro all’ARS è il destinatario di una lettera inviata dal segretario generale della CGIL di Ragusa, Giovanni Avola, nella si affronta l’annoso e quindi irrisolto problema di quei dipendenti, circa cento, a tempo indeterminato incardinato nei servizi di “ausiliariato” nei presidi ospedalieri dell’ASP 7 di Ragusa che non ha ancora visto riconosciuto il tempo pieno nonostante metà di quel personale gode di quel diritto.

Nelle lettera si legge:

“Prima della entrata in vigore della riforma sanitaria di cui alla legge  n. 5 del 2009, quando non era avvenuta la fusione tra l’AUSL n. 7 e l’Azienda Ospedaliera M. Paterno Arezzo, sono stati assunti, previo espletamento di apposita procedura concorsuale, a tempo indeterminato (a decorrere  dal 01 dicembre 2006)  n. 160 ausiliari con rapporto di lavoro modulato su un part-time al 50% (18 ore settimanali). Di tali dipendenti circa 50 unità hanno avuto il riconoscimento della modifica giuridica del contratto da tempo parziale a tempo pieno al conseguimento dei tre anni dall’assunzione in conseguenza di quanto disposto da un istituto contrattuale previsto dal CCNL- settore Sanità pubblica; mentre le varie Aziende succedutesi hanno previsto, da almeno 6 anni, per la stragrande maggioranza di loro (n. 110 unità), rimasta a part-time, l’attribuzione di una media di 6 ore di lavoro supplementare alla settimana, al fine di contenere le richieste provenienti dai vari reparti dei nosocomi della provincia di Ragusa, che avevano e continuano, tra l’altro, ad avanzare la necessità di un suo utilizzo pieno.

    Allo stato attuale, pur in presenza di oggettive ed acclarate esigenze di implementazione  a full-time della presenza di personale con qualifica di ausiliario nei vari settori della sanità iblea, questi dipendenti vengono utilizzati con un regime imperniato sul riconoscimento del lavoro supplementare che, nonostante abbia assunto sempre più carattere strutturale, risulta, nella sostanza, insufficiente a far fronte alle riscontrate e riscontrabili esigenze di servizio.

     Sia con i precedenti Commissari che con quello attuale questa O.S. ha aperto una interlocuzione finalizzata al raggiungimento di due obiettivi, di cui uno a breve distanza e l’altro realizzabile a  media distanza, che appare opportuno sinteticamente enucleare quì di seguito:

–          Il consolidamento  giuridico dell’orario di lavoro dei rapporti di lavoro di queste 110 unità, atteso che essi, sulla base di quanto previsto da un istituto contrattuale del CCNL di lavoro, hanno di fatto acquisito il diritto alla trasformazione del contratto.

–          Predisposizione degli atti propedeutici (modifica della dotazione organica dell’Azienda e contestuale rimodulazione del fabbisogno triennale del personale  nel rispetto dei parametri finanziari imposti dalle vigenti leggi) per chiudere definitivamente  una anomala ed assurda storia di cronicizzazione di contratti di lavoro improntati alla precarietà attraverso la  conversione giuridica a tempo pieno dei contratti. Del resto ciò che viene richiesto è nelle cose, poiché altro non è che la traduzione operativa ed organizzativa di annose necessità emergenti da anni dai luoghi ove vengono assistiti i cittadini-utenti della sanità iblea.

      Nel parteciparLe che, nonostante le proposte formulate nelle varie fasi del confronto istituzionale, la trattativa riguardante questi lavoratori è al palo per resistenze di diversa natura frapposte dall’Azienda e nel rinnovare la necessità oramai improrogabile di dare una definitiva risoluzione alla problematica brevemente delineata, la scrivente chiede di essere audita congiuntamente all’Assessore alla Sanità BORSELLINO  in Commissione per avere la opportunità di parteciparLe un fatto che investe la efficienza della organizzazione aziendale, il rispetto della dignità dei dipendenti e una diversa qualità della nostra sanità attraverso uno stabile e razionale monte orario degli ausiliari.”

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