ASPETTANDO GODOT

Aspettando Godot (God inglese vuol dire Dio e  dot si traduce punto)è senza dubbio la più celebre opera teatrale di Samuel Beckett nonché uno dei testi più noti del teatro del Novecento.

Il teatro dell’assurdo, definito per eccellenza, ma di assurdo oggi non ha nulla.

Il Godot che tutti noi aspettiamo come i poveri e disperati protagonisti dell’opera, è quella forma di certezza che non arriva mai.

Il Messaggero avvisa che il famoso Godot non arriva.

Ma oggi chi è il nostro Godot?

Il Dio illuminante e miracoloso, l’eroe che con determinazione cambierà lo stato delle cose?

No.

Il nostro Godot è il coraggio di non aspettare l’invisibile personaggio che salverà il paese dalla “peste”, dalla “miseria”, dalla condizione di degrado e di indecenza in cui lentamente va abissandosi.

Io, come voi, siamo i  due uomini vestiti come vagabondi, Estragone e Vladimiro che si trovano sotto un albero in una strada di campagna. Sono lì perché un certo Godot ha dato loro appuntamento. Il luogo e l’orario dell’appuntamento sono vaghi. I due non sanno neanche esattamente chi sia questo Godot, ma credono che quando arriverà li porterà a casa sua, gli darà qualcosa di caldo da mangiare e li farà dormire all’asciutto.

Aspettiamo, aspettiamo nell’assurdità di un riscatto, di una condizione migliore, una figura immaginaria.

Non voglio parlare di politica, ma di certo lascio a voi le conclusioni.

 

 

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