ARTE E PAROLE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

Sullo sfondo del magnificente Teatro Massimo si leva al megafono la voce delle tante donne ritrovatesi oggi per darsi voce, per ricordare alla società misogina che è tempo di sovvertire la rotta, a scapito di uno sciopero di genere prolungato.

Fin dal mattino, inoltre, la piazza del Teatro Politeama, a qualche metro di distanza, si riempiva delle più svariate calzature, tutte rigorosamente rosse. “Scarpe rosse non come simbolo di sangue e violenza, ma di marcia, protesta e ribellione. Una marcia da intraprendere per chiedere alle istituzioni maggiore attenzione per l’inserimento delle donne vittime di violenza nel mondo del lavoro”. A Palermo decine di scarpe rosse per terra e magliette indosso con i nomi stampati delle donne vittime di violenza: Silvana Bova, responsabile del coordinamento donne della Cgil locale, e Vittoria Messina, psicologa e responsabile dell’associazione Le Onde, hanno chiamato a raccolta la gente in piazza Politeama. Su 124 donne italiane uccise nel 2012, 14 sono state le donne siciliane assassinate da partner o ex partner. E nei primi mesi del 2013 solo a Palermo si sono registrati già 4 casi di donne uccise tra le mura domestiche. È stata riproposta l’installazione “Zapatos Rojos”, dell’artista messicana Elina Chauvet.“

„E da oggi scatta appunto la girandola di iniziative che si protrarranno sino al 30 novembre alla Real Fonderia alla Cala in piazza Fonderia c’è “Nuda – Arti e Culture Contro la Violenza sulle donne”. Cinque giorni di parole, arte e musica per sensibilizzare contro le violenze di genere.

Dibattiti con esperti, mostre d’arte, performance di teatro, concerti e laboratori con un unico filo conduttore: il femminicidio.

Oggi alle 18 tavola rotonda al Comune. Una riunione chiamata eloquentemente “Mostra è donna”, a cui prenderanno parte tra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando, gli assessori comunali alla Cultura, Francesco Giambrone, e alla Partecipazione, Giusto Catania, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Orlando.

Si legge, inoltre, nel comunicato stampa La data del 25 novembre è stata scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L’assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.

 

«La manifestazione – dicono le curatrici Chiara Alia Tortomasi e Marina Vermiglio – rappresenta un’occasione per mettere “a nudo” i meccanismi più intimi ed inespressi della violenza. Musica, teatro, danza, cinema, operatori culturali e sociali, incontrano la cittadinanza affrontando, attraverso molteplici punti di vista, le tante sfaccettature del femminicidio e della differenza di genere. Scenografia della manifestazione sarà una Collettiva d’arte visiva e multimediale che della violenza ne racconta i meccanismi, il dopo, le macchie, le sensazioni, le dipendenze, il vuoto, spostando lo sguardo continuamente dalla donna all’uomo e viceversa, sino allo spettatore stesso, con un video interattivo. L’obiettivo è impegnare il fruitore in continue attività e riflessioni, incoraggiandolo ad essere parte attiva nella costruzione del senso civico e culturale della comunità nella quale vive quotidianamente. Un dato importante, è  l’ampia adesione di gruppi, artisti, associazioni e operatori che hanno aderito con entusiasmo alla manifestazione».

 

 

                                                             

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