ARRIVANO LE RINNOVABILI SICILIANE

Lorenzo Tondo della Republica.it di Palermo, denuncia l’ulteriore ed ennesima decisione della Regione  siciliana che, tramite una apposita gara d’appalto, ha individuato le aree demaniali da cui trarre il legname per fagocitare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte della centrale elettrica a Biomasse della Sper Spa che, a Dittaiono, in provincia di Enna, produce energia elettrica dalle ceppaie dell’Eucalipto.

Dallo scorsa metà di dicembre, infatti, la centrale è di fatto entrata in funzione producendo 18,7 MW di energia che viene successivamente venduta ed immessa nella rete della società Terna, il gestore nazionale della rete elettrica di trasmissione e dell’alta tensione.

Per l’occasione, inoltre, la Tema aveva realizzato, in tempi record e con un investimento di circa 1 milione di euro, un elettrodotto di 3,9 chilometri di linea ad alta tensione che collegano la cabina primaria di Dittaino alla rete elettrica nazionale.

L’impianto è entrato in funzione lo scorso dicembre, dopo una attesa di quasi 13 anni, ovvero dal 1999 quando si iniziò a parlare di realizzazione. Un progetto portato avanti dalla società che la gestisce composta da una “triade”:  la italo-tedesca RWE che detiene il 70 per cento, la Fri-El con il 20% e la Infrastrutture e Gestioni con il 10%.

L’allestimento produce energia elettrica dalla combustione di alberi di eucalipto provenienti da aree demaniali delle province di Enna e Caltanissetta che sono state individuate attraverso una gara di appalto pubblico indetto dalla Regione siciliana, che la Sper si è aggiudicato negli anni passati, e che prevede il taglio di tronchi d’albero di eucalipto in un’area complessiva di 10 mila ettari di terreno, in 10 anni, nelle zone di contrada Buriana, Montecanino, Gabbara, Cioccafa, Mustigarufi, Gibliscemi, Cimia e Ficari.

Si calcola che per fare funzionale “H24” la centrale saranno necessari circa 150 mila tonnellate di combustibile vegetale l’anno.

Si tratta di circa 10mila ettari di bosco nel cuore della Sicilia.

Lo spoglio si è avviato con la deforestazione di circa 3 chilometri quadrati di area collinare e boschi fera nelle zona di San Cataldo.

La vicenda ha sollevato le proteste di sindaci e ambientalisti, preoccupati per il rischio idrogeologico in un’area soggetta a frequenti frane ed erosioni.

Tondo riporta le parole dell’Assessore all’ambiente e al territorio di San Cataldo Angelo La Rosa, seriamente preoccupato per l’iniziativa:

“È un paesaggio terrificante quello che oggi si apre ai visitatori e agli abitanti della zona  –  dice l’assessore –  lande a perdita d’occhio di creste e valli completamente denudate; tronchi di eucalipteti appena abbattuti disseminati sul terreno; cataste già pronte per essere caricate su grossi mezzi in direzione di Dittaino, ad alimentare le grandi bocche delle fornaci di una centrale a biomasse.

Nulla da dire sul taglio degli alberi e il loro utilizzo  –  precisa La Rosa  –  A preoccupare è invece la scellerata modalità di abbattimento di decine e decine di ettari di bosco senza soluzione di continuità.”

Ciò che preoccupa maggiormente è che le zone individuate sono altamente a rischio idrogeologico e, come consuetudine della politica italiana, piuttosto che investire in una politica di messa in sicurezza del territorio si provvede alla sua denaturizzazione, si denudano i versanti argillosi, esponendoli al ruscellamento selvaggio e aumentando il rischio idrogeologico e la perdita dell’habitat di diverse specie animali.

Alla denuncia dell’assessore fanno eco quelle dei gruppi ambientalisti, WWF, Legambiente e molti altri che, tra l’altro, denunciano come a Gabara, una delle zone interessate dal disboscamento, si stava pensando a un progetto a lungo termine per far diventare l’area boschiva riserva naturale nella quale inserire un parco geo-minerario.

In attesa che arrivino le risposte dalla Regione la fabbrica continua incessante la propria attività con il rischio che le decisioni arriveranno a disboscamento ultimato. 

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