A partire da oggi, 6 dicembre 2024, l’ASP di Ragusa ha implementato i nuovi codici colore per classificare le priorità d’urgenza nei Pronto Soccorso dei suoi tre presidi, in conformità con le indicazioni dell’assessorato regionale della Salute. I tradizionali codici Bianco, Verde, Giallo e Rosso sono stati sostituiti da una nuova classificazione, che include anche […]
Appropriazione indebita, condannata titolare di agenzia di poste private a Chiaramonte: avrebbe tenuto i soldi invece di pagare i bollettini
22 Apr 2024 19:44
Quelli individuati dalle indagini, sono stati 54; quattordici si sono costituiti parte civile. Sono i cittadini di Chiaramonte Gulfi che sono stati danneggiati da un’agenzia di ‘poste private’ che venne aperta appunto a Chiaramonte Gulfi. E considerando che la cittadina montana conta circa 8000 abitanti, il fatto fece parecchio scalpore. La titolare, la 56enne Giuseppa C., è stata condannata in primo grado, giovedì scorso, dal giudice monocratico del Tribunale di Ragusa a 6 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali, pena sospesa. Il risarcimento danni dovrà essere definito in sede civile ma intanto i clienti (tra le parti civili c’è anche Confconsumatori) dovranno ricevere, ciascuno, il pagamento delle spese legali, oltre alle spese generali, iva e al pagamento della cassa di previdenza degli avvocati. Novanta giorni per il deposito della motivazione.
Ecco cosa avveniva
I clienti si affidavano alla sua agenzia per piccoli pagamenti, tasse delle auto o comunali, bollettini dell’Agenzia delle entrate o dell’energia elettrica. Non grandi importi. Consegnavano i soldi ma quei bollettini non venivano poi pagati. Qualcuno potrebbe anche avere dimenticato, nella gestione delle economie famigliari, il pagamento già ‘effettuato’ pagando nuovamente l’importo, spesso maggiorato di interessi di mora o con le sanzioni per omesso versamento. Altri invece avevano ben chiaro cosa era accaduto. C’è chi ne ha ricevuto danno per una cinquantina di euro e chi ne ha patito per importi che sfiorano i 1000 euro. Alla conclusione delle indagini, che hanno compreso un periodo tra il 2014 e la fine del 2017 la donna era stata mandata a processo per appropriazione indebita, con citazione diretta a giudizio; era luglio del 2019.
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