APPRODA IN CONSIGLIO COMUNALE LA “QUESTIONE ARESTIA”

Non si placa la polemica dopo la “cacciata” subita da Giuseppe Arestia dal tavolo convocato dal sindaco di Ragusa per discutere con gli allevatori iblei. 

L’esponente dell’Mpa consegna una lettera indirizzata all’intero consiglio comunale che contiene una riflessione sul ruolo rivestito da ogni consigliere.

“Partecipando ad una riunione indetta dal sindaco con gli allevatori – scrive Arestia – sono stato cacciato fuori dalla sala giunta perché, nel momento in cui sindaco dichiarava che il governo regionale aveva tagliato di cinque centesimi il prezzo del latte mi sono permesso di ribattere sostenendo che la definizione del prezzo del latte non è materia di competenza dell’amministrazio regionale bensì del mercato”.  

Una pagina di bassa politica.

“In quel momento – scrive Arestia – io ero in quella sala per espletare le mie funzioni istituzionali di consigliere comunale, alla presenza della stampa e dei rappresentanti degli agricoltori”.

L’esponente del Movimento per le Autonomie scrive che, partecipando ad un incontro per trattare la programmazione delle attività zootecniche in provincia, pensava di poter dare un contributo all’evoluzione del dibattito.

“La mia presenza – continua la lettera – è stata considerata dal sindaco di intralcio al dibattito ed io ne ho preso atto allontanandomi dalla sala per consentire un clima sereno alla discussione ed evitare una interlocuzione personale tra me e il sindaco”.

“Oggi non chiedo solidarietà – precisa Arestia – ma chiedo nella qualità di consigliere comunale di essere messo in condizioni di poter svolgere il mio ruolo di rappresentante delle istituzioni”.

Una riflessione sui ruoli interpretati a Palazzo dell’Aquila e sulle funzioni che i cittadini ragusani hanno attribuito agli eletti è d’obbligo.

“Avendo chiaro cosa rappresenta ogni singolo consigliere comunale – conclude Giuseppe Arestia – auspico che quanto a me successo rappresenti soltanto un episodio e non diventi per nessuno un esempio comportamentale da utilizzare contro chi rappresentando l’opposizione politica deve subire”.

A questa grave mancanza di rispetto denunciata dal consigliere comunale, si aggiunge la protesta da parte dell’intero gruppo consiliare del Movimento per le Autonomie contro il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Di Noia, colpevole, secondo le dichiarazioni rilasciate dal consigliere Giuseppe Lo Destro, di non avergli concesso la parola in occasione della seduta di martedì scorso. 

“Un fatto molto grave – afferma Lo Destro – quello accaduto. Questo atteggiamento assomiglia un pò troppo al controllo preventivo che utilizzano i regimi, una vera e propria censura politica”.

La replica arriva puntuale da parte del presidente Di Noia, il quale ammette che trattandosi lo scorso consiglio comunale di una seduta straordinaria dedicata alla questione della ferrovia iblea, e che pertanto prevedeva interventi di ospiti, ha ritenuto di non dover dare luogo alla mezz’ora canonica solitamente concessa ai consiglieri per le domande all’amministrazione, garantita dall’art. 71 del regolamento consiliare. Una scelta a danno di tutti i consiglieri quindi, non indirizzata solo agli esponenti dell’Mpa, per la quale Di Noia si scusa prontamente.

 

 

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