APPREZZABILE L’INVITO A STEMPERARE LE POLEMICHE E A SMORZARE I TONI, MI AUGURO NON SOLO QUELLI ALTRUI

Apprezzabile l’invito a stemperare le polemiche e a smorzare i toni, mi auguro non solo quelli altrui. Il documento trasmesso alla stampa da parte di alcuni dirigenti del Partito Democratico di Ragusa e Modica contiene alcune inesattezze sulle quali è bene puntualizzare. Infatti il documento trasmesso alla stampa in merito al dibattito sul destino della provincia di Ragusa e sulla gestione della federazione provinciale del partito è apprezzabile per la responsabilità con la quale si invita a smorzare toni e polemiche, – deduco, toni e polemiche di chi non è tra i firmatari del documento stesso – . Alcune inesattezze però ne compromettono il valore complessivo e mi costringono ad alcune brevi precisazioni.

Relativamente alla “disomogeneità”. C’è stata solo al momento del voto finale sul disegno di legge, tra i due nostri deputati, che hanno ritenuto, entrambi legittimamente, di atteggiarsi in maniera diversa in conseguenza di quella che era stata l’evoluzione del travagliato iter che ha portato alla nota conclusione. Naturalmente non ci torno ma, per chi fosse interessato, rimando al mio precedente comunicato del 3 marzo u.s.. Dal quale si evince quello che tutti sanno e che cioè l’onorevole Digiacomo ha votato il disegno di legge in questione non solo perché lo riteneva congruo, ma, all’interno di un ragionamento logico-politico, per certi aspetti obbligato e dopo che la strada dell’emendamento della proroga degli organismi democraticamente eletti, di cui Digiacomo era pure firmatario, era stata giudicata non percorribile.

Pertanto non c’era e non c’è nessuna “disomogeneità” né tra i due deputati, né all’interno del partito che da sempre, da subito, appena sorta la questione, ha indicato  – e per primo tra tutti i partiti – , come opportunamente ha ricordato Fabio Nicosia, la proroga e non il commissariamento. Tanto che, in tutti gli incontri ai quali sono stati presenti i parlamentari, unanimemente si è assunto il mandato di agire in quella direzione. Non è vero forse?

E’ vero, è vero, tanto che al mio comunicato del 17 dicembre e al successivo del 1° marzo, nessun dirigente ha avuto alcunché da eccepire, proprio perché era scontato che quella fosse la linea del partito .

Perciò è chiaramente “pelosa” questa repentina e inopinata giustificazione del commissariamento, anche perché mi sorprende che i compagni e gli amici firmatari non riconoscano il valore della rappresentanza popolare, legittimata dal voto, a prescindere dal colore politico che essa esprima, rispetto alle nomine commissariali.

Perché questo atteggiamento? Per sostenere che la direzione provinciale si è riunita solo due o tre volte in due anni? Ma quando mai! Infatti:

–        la direzione è stata eletta l’8 novembre del 2010 e ad oggi siamo a sedici mesi, cioè a meno di un anno e mezzo e non certo ai due anni indicati; né, credo, si potesse convocare prima che esistesse.

–        Si è riunita almeno dieci volte e non due o tre: due volte sul piano paesaggistico, – unico partito che ha elaborato documenti e presentato formali osservazioni alle istituzioni regionali di riferimento – , altre due sulle problematiche dell’università a Ragusa; altre due sulle problematiche dell’Ato Ragusa.

Naturalmente a questi incontri sono da aggiungere quelli delle aree tematiche e delle assemblee provinciali. Incontri però che in alcuni degli amici e compagni firmatari hanno evidentemente suscitato meno entusiasmi della forma partecipativa alla vita del partito che si sostanzia in una firma in calce a un documento.

Gli amici e compagni firmatari mi invitano ad iniziare a gestire meglio il partito dopo che gli stessi amici e compagni firmatari hanno rifiutato esplicitamente tutti gli inviti loro rivolti a fare parte attiva dell’esecutivo provinciale. Forse che aspettarli è stato un errore? Un errore che rifarei: il compito di un segretario di federazione è principalmente quello di favorire la gestione unitaria, questo era il mio programma e questo è stato il programma perseguito, e quello che, con ostinazione, voglio continuare a perseguire.

Quanto fatto finora è poco? Ma certo che è poco! Sempre si può fare di più, certamente di più può fare il PD ibleo, solo che decida di volerlo fare. Mi si può dare una mano? Mi si vuole dare una mano?  Bene, impegnamoci tutti assieme, senza bisogno di ricorrere ad una sorta di pantheon provinciale, con “padri nobili” da imbalsamare e “maratoneti” da supportare, ma seguendo la strada che, dove percorsa, ha dato buoni risultati: la sinergia tra giovani, adulti, anziani, uomini e donne. Tutti impegnati in un progetto comune, nel progetto per cui è nato il Partito Democratico: cambiare, migliorandola, la società in cui viviamo, introdurre misure di giustizia sociale, assicurare un’esistenza almeno dignitosa a tutti, costruire una prospettiva alle nuove generazioni. 

 

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