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ANDAR PER BIBLIOTECHE
26 Set 2013 05:23
Per gentile concessione di Il Furore dei Libri, cui lunedì scorso ho pubblicato un’intervista alla Presidente Maria Luisa Mora, mi è stato permesso di pubblicare un articolo della rivista dell’Associazione che parla in particolare della Biblioteca Zelantea di Acireale Tutto questo in onore della Sicilia e di RagusaOggi e di cui ringrazio sentitamente.
ANDAR PER BIBLIOTECHE a cura di MariaLuisa Mora.
Questa rubrica vuole essere occasione di scambio e di conoscenza con i soci del Furore dei Libri che, risiedendo fuori della nostra Regione difficilmente possiamo incontrare, o avere presenti ai nostri eventi. Per questo numero il socio Mario Ricca ci parla della sua città e della biblioteca che ne è il vanto: Acireale e la Zelantea.
La Zelantea
Acireale, in provincia di Catania, è un importante centro della costa jonica della Sicilia.
La città è stata costruita sopra un altipiano di origine lavica che, con la sua altezza di circa 150 metri slm, la pone quasi a strapiombo sul mare Jonio. Disteso tra l’Etna e il mare, il territorio è stato sempre abbondante di acque, ricche anche di qualità salutari. Luogo di celebri miti cantati dai poeti dell’antichità, Acireale è legata al destino dei due infelici amanti Aci e Galatea. La città, di grandissimo interesse artistico-monumentale, è caratterizzata da un barocco particolare enfatizzato dall’uso magistrale della pietra bianca e della pietra nera, conservando magnifici tesori di architettura del periodo barocco che, in questa città, ha lasciato un’impronta molto forte. Passeggiare per il centro della città induce a innamorarsi dell’arte e della cultura che si respirano ovunque.
Acireale e la Cultura: un binomio inscindibile che ha lasciato la sua impronta indelebile nella peculiare nomea che caratterizza la storia ultrasecolare della città nell’ambito dell’Isola.
E la Cultura ad Acireale ha i sui “sacerdoti” nell’“Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale”.
La denominazione dell’Accademia risale al 1963, con riferimento ai Sodalizi da cui risulta costituita: l’Accademia Zelantea, già fusa con i Padri dello Studio, e l’Accademia Dafnica.
Questi erano antichi Sodalizi acesi nati nel corso dei secoli per promuovere lo sviluppo delle scienze, delle lettere e delle belle arti: a) l’Accademia Zelantea o degli Zelanti, fondata ad iniziativa del clero acese, con diploma del Vescovo della Diocesi, mons. Bonadies, il 3 ottobre 1671; b) i Padri dello Studio, quali rappresentanti della Congregazione
“Sancta Maria libera nos a poenis inferni” fondata il 12 giugno 1712; c) l’Accademia Dafnica o dei Dafnici, istituita nel 1778 ad iniziativa di acesi innovatori nella cultura.
La fusione fra Zelanti e Padri dello Studio si ebbe nel 1834; quella fra questi e i Dafnici nel 1934.
La sede dell’Accademia è in due ampie sale al primo piano del Palazzo Comunale, sito in Piazza Duomo. Essa presiede a due istituzioni di molto rilievo culturale: la “Biblioteca Zelantea” e la “Pinacoteca Zelantea” che custodiscono un patrimonio librario di pregio straordinario e importanti opere d’arte.
La Biblioteca Zelantea sorse nei primi anni del ‘700 ad opera dei Padridello Studio e dell’Accademia Zelantea, da cui prese il nome definitivo.
In un primo momento era denominata, infatti, “Libreria del Clero”, ovvero dei “Padri dello Studio”.
Dagli inizi del ‘900 ha la sua sede nel monumentale edificio di via di Sangiuliano. Il più antico volume è del 1475. Consta, essenzialmente, dell’insieme di varie “librerie” di privati studiosi della città, donate all’Accademia, ovvero, alcune, alla “Città di Acireale”, ma con l’esplicita condizione che fossero:
a) riunite a quelle della “Zelantea”,
b) amministrate dall’Accademia, IL FURORE DEI LIBRI 2010/1 95
andar per biblioteche
c) destinate all’uso pubblico.
Negli anni 1867-70 la Biblioteca acquisì, per attribuzione fatta all’Accademia dal Fondo per il culto, i libri delle disciolte corporazioni religiose di Acireale e degli Agostiniani di Valverde (piccolo centro vicino ad Acireale), circa sei mila volumi complessivamente, che accrebbero anche il patrimonio di incunaboli, cinquecentine, “rari”.
Nel 1873 pervenne ad essa il cospicuo dono dei libri di Salvatore Vigo Platania (1784-1874), insigne studioso e statista di Acireale (circa 3000 volumi).
Ai doni sono d’aggiungere, nella menzione del patrimonio della “Zelantea”, le pubblicazioni pervenute all’Accademia in cambio delle proprie edizioni, nonché gli acquisti.
Quanto a questi ultimi, fra i più antichi e consistenti quelli riguardanti:
a) la biblioteca del principe Pompeo Borgia, di Siracusa, acquistata nel 1889 (per Lire 1800) e ricca di pregevoli edizioni di classici latini e greci, pubblicati in Belgio, Olanda, Inghilterra nel ‘600 e nel ‘700, con ampi commenti ed artistiche incisioni, ed altresì di volumi di arte e di archeologia;
b) i libri dell’insigne scienziato prof. Orazio Silvestri (1900), in prevalenza di scienze naturali;
c) volumi e manoscritti di opere di Lionardo Vigo Calanna ed il cospicuo epistolario
raccolto dallo stesso, contenente circa nove mila lettere di uomini rappresentativi nel campo della cultura e della politica della Sicilia ed anche dell’Italia, riguardanti gli anni dal 1815 al 1875, acquistati dall’Accademia, dagli eredi del Vigo,nel 1942.
Assieme ai libri a stampa sono da ricordare i molti manoscritti.
Il fondo librario più antico di essa è costituito “da molti libri morali, speculativi, ecclesiastici”. Pervennero quindi collezioni di scienze e dimedicina.
I libri delle corporazioni religiose erano, ovviamente, a contenuto, in prevalenza, ecclesiastico, teologico, filosofico, morale. Le librerie di Salvatore Vigo Platania arricchirono la Biblioteca di volumi di particolare interesse soprattutto per la cultura
scientifica, letteraria, politica e storica della Sicilia. Fa parte di tale dono il “Giornale Ufficiale di Sicilia”, in 65 volumi, l’unico esemplare completo esistente in Sicilia.
Di gran rilievo, nel medesimo fondo, la raccolta di stampe sulla rivoluzione siciliana del 1848-49, in tre volumi, ed i 64 volumi di “opuscoli” di cultura prevalentemente sicilia96 2010/1 IL FURORE DEI LIBRI andar per biblioteche na. In connessione con la storia della sua formazione, la Biblioteca possiede anche opere in esclusiva.
Di molta importanza e consistenza la libreria dell’avv. Venerando La Spina (1921) nonché quelle del sac. Salvatore De Maria (1933), del prof. Felice Paradiso (1973), del prof. Giuseppe Di Maria (1978), e altre ancora.
Nella Biblioteca è rappresentato ogni ramo della cultura, come scrisse il bibliotecario can. Vincenzo Raciti Romeo che la diresse per cinquant’anni, e la definì “un vero museo dello scibile, della storia letteraria e scientifica di Acireale e della Sicilia”. Gli acquisti e i doni degli ultimi tempi hanno ovviamente aggiornato il patrimonio di essa, ponendola in condizione di corrispondere alle esigenze dei tempi.
La Biblioteca è aperta al pubblico di mattina e di pomeriggio, per sei ore, complessivamente. I molti studiosi che si avvalgono di essa nella preparazione delle loro pubblicazioni, sono un segno della sua rilevanza.
I numerosi studenti che, soprattutto nel pomeriggio, l’affollano, vi trovano fonti pregevoli di studioe di arricchimento.
Mario Ricca
Acireale
La “Biblioteca Zelantea”, sorta nei primi anni del ‘700 ad Acireale CT), è una delle maggiori istituzioni di rilievo culturale della città ed è presieduta dall’”Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale”. L’Accademia
di Acireale è l’unica, in Sicilia, fra quelle legalmente riconosciute dallo Stato, che ha sede in una città non capoluogo di provincia. Le altre quattro sono, rispettivamente, a Palermo (due), Catania, Messina.
La storia di Acireale è intimamente connessa con lo sviluppo della Cultura. Dalle poche notizie che danno le fonti a proposito dei primi insediamenti della città nei dodici secoli e più di storia della Sicilia greca e romana, si ricava, certamente, la sua importanza, forse anche la sua consistenza di“città”, al tempo della seconda guerra punica (218-201 a.C.), per essere alleata di centri di rilievo quali Messina, Catania,
Gela, a favore dei Romani. È del XIV secolo la costituzione di una nuova città sorta nel luogo prossimo all’odierna cattedrale, e che sarebbe stato il principio, consistente e fecondo, della Acireale di oggi. Nel ‘600 già godeva ufficialmente del titolo di “città” (1615). Dopo il terremoto del 1693 s’impose per il fine ed armonioso barocco.
Il legame degli abitanti di Aci con la terra è molto antico e costante, ed ha determinato la nascita, l’agiatezza, l’indipendenza economica di quella che divenne media ed alta borghesia, poi anche titolata.
Dal legame degli abitanti di Aci con la terra è derivata anche la religiosità dominante che, pure a fine ‘800, fece definire la città “il centro della operosità del clero siciliano”; e che nei primi del ‘900 un autore del luogo l’ha denominata “La città dalle cento campane”.
Di certo, Acireale, è storicamente, luogo di cattolicità e di studi. Di essa fu espressione e sintesi l’Accademia, oggi “una e trina”, come ha detto (considerando la sua attuale composizione) un’insigne personalità della cultura, esponente del
mondo cattolico, mescolando sacro e profano e con l’arguziaa cui non sapeva rinunziare.
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