Anche a Ragusa è “crisi del latte”. Sarà chiesto un incontro in Regione

E’ crisi nel settore del latte. Si sono riuniti stamani alle 12 alcuni sindaci della provincia e i rappresentanti degli allevatori del territorio in prefettura per parlare della cosiddetta “crisi del latte” che in questo momento sta attraversando non solo il territorio, ma l’intera regione.

Stamani, presso il Palazzo del Governo, il Prefetto Giuseppe Ranieri ha ricevuto una delegazione di allevatori e produttori del settore lattiero-caseario ibleo, accompagnati da Sindaci ed Assessori dei Comuni di Ragusa, Comiso, Santa Croce Camerina, Modica e Chiaramonte Gulfi, in relazione alle gravi criticità economico-finanziarie che il settore attraversa da tempo.

          In particolare sono state rappresentate le difficoltà, acuitesi particolarmente con la congiuntura economica in atto, derivanti dall’aumento dei costi di produzione (mangimi, gasolio, servizi, ecc.) non compensato da un aumento del prezzo di vendita, situazione che, dopo aver ridotto nel tempo i margini di guadagno, ha oramai azzerato i profitti costringendo alcune aziende perfino alla chiusura.

         Gli intervenuti hanno fatto presente, altresì, che, seppur normativamente previsto, ad oggi non ha trovato concreta applicazione il meccanismo di indicizzazione del prezzo del latte “alla stalla” come pure la tutela degli operatori della filiera più vulnerabili nei confronti di pratiche sleali di commercio sottolineando come siano a rischio le produzioni di qualità, destinate a soccombere senza un’adeguata valorizzazione.

           

            Il Prefetto, dopo aver ricordato i fattori economici e strutturali che penalizzano tale settore ha posto l’accento sui costi  dell’insularità che determinano un gap economico differenziale rispetto ai mercati del centro-nord.

           Infine è stato assicurato ogni possibile sostegno alla valorizzazione del settore in raccordo con le iniziative che saranno intraprese nell’ambito dei diversi livelli istituzionali di competenza territoriale.

Presente all’iniziativa anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, città che ha una forte rappresentanza e che fonda gran parte della propria economia sul settore lattiero-caseario. Cassì ha dichiarato:

“Dal territorio ibleo proviene il 60% del latte prodotto nella intera Sicilia e la nostra economia poggia tradizionalmente sul comparto lattiero-caseario. Un settore che vede aumentare i costi delle materie prime e della produzione(mangimi, gasolio, mezzi agricoli, medicinali, eccetera), ma non aumenta il prezzo di vendita, con la devastante conseguenza che produrre latte è oggi una attività matematicamente in perdita.

Un’emergenza che peggiora minuto dopo minuto, con gli allevatori che si dicono ormai giustamente pronti a tutto: inaccettabile che il prezzo del latte in Italia non sia ancorato ai costi di produzione, come pure previsto dalle direttive europee e da una normativa nazionale mai applicata. Con sindaci e assessori dei Comuni di Comiso, Santa Croce, Modica, Chiaramonte e Pozzallo, insieme alla vicesindaco ho accompagnato una delegazione degli allevatori in Prefettura, per esprimere al rappresentante del Governo sul territorio tutta la preoccupazione per questa gravissima crisi. La richiesta è quella di coinvolgere tutti i soggetti della filiera per tutelare i produttori, anello debole del comparto, messi in ginocchio da un sistema che finisce per schiacciarli.

Dal Prefetto è arrivata piena condivisione e l’impegno a farsi portavoce nelle sedi opportune per la salvaguardia di un prodotto d’eccellenza, che genera occupazione. Chiederemo un incontro urgente al presidente della Regione ed agli assessori regionali dell’Agricoltura e dello Sviluppo Econnomico, perchè mettano in campo ogni iniziativa per riequilibrare un meccanismo che rischia di determinare la chiusura di un gran numero di attività. E’ necessaria la mobilitazione compatta di tutto il territorio per una battaglia giusta.”

Il problema è che il latte costa meno dell’acqua e il settore è in crisi ormai da alcuni mesi: questa è la crisi peggiore che si ricordi dopo quella del 2019, quando i produttori sversarono il latte nelle strade.

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