ALIQUOTE IMU, LA DENUNCIA DELLA CNA

Le parole in una direzione, i fatti in un’altra. Il riferimento è all’Imu per le imprese. In una battuta: quando tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E’ quanto sostengono il presidente provinciale Giuseppe Massari e il segretario provinciale Giovanni Brancati dopo avere preso atto che non ha sortito effetto la proposta inoltrata dalla Cna a tutti i Comuni di non considerare, ai fini della tassazione Imu, gli immobili in cui si effettua attività produttiva alla stregua delle seconde case.

“Nel senso che – dice il presidente Massari – eccezion fatta per il Comune di Acate, dove l’aliquota stabilita meritoriamente dal Consiglio comunale è stata del 4,6 per mille, tutti gli altri enti locali territoriali hanno finito per non ridurre l’Imu per gli immobili produttivi, andando così ad incidere fortemente sull’attività di piccole e medie imprese già stremate da una pressione fiscale ai massimi livelli. Denunciamo, dunque, un andazzo che connota di ipocrisia i comportamenti degli amministratori. E cioè quando, negli incontri, nei dibattiti, nei comizi e quant’altro, tutti a parole intendono sostenere le piccole e medie imprese, forse bisognerebbe considerare quali sono, alla fine, i segnali che arrivano, segnali che vanno in una direzione completamente opposta”.

Anche il segretario Brancati prende atto che “quando occorre attivare interventi a favore delle Pmi, si ragiona con tutta un’altra logica. Specialmente – aggiunge – nel momento in cui la normativa nazionale prevede specificamente la possibilità di ritoccare verso il basso l’aliquota base per venire incontro alle giuste esigenze delle attività produttive. Da quello che ci risulta, nella migliore delle ipotesi, in alcuni Comuni (Ispica, Modica, Monterosso Almo, Ragusa e Scicli) l’aliquota è rimasta al 7,6 per mille. Senza alcun ribasso, ed in qualche caso solo perché i Consigli comunali hanno opportunamente sovvertito quanto proposto da sindaci e commissari. Ma ci sono anche Comuni in cui l’Imu è stata rialzata sino al 9,6 per mille (Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Pozzallo, Santa Croce Camerina e Vittoria). Si tratta di decisioni pesantissime. Ecco ancora una volta dimostrato – conclude Brancati – che, proprio quando le piccole e medie imprese cercavano fatti concreti, questi ultimi sono venuti a mancare”.

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