ALFANO INCONTRA TAIANI PER L’AEROPORTO

 Il sindaco Giuseppe Alfano ha incontrato quest’oggi il Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani  a margine del convegno sul tema “piano europeo Crescita per il Sud” tenutosi nella città campana nel corso del quale incontro gli ha consegnato una lettera per renderlo edotto dello stato dell’arte dell’aeroporto di Comiso e degli ostacoli che si frappongono alla sua apertura benché ormai completato. Temi che il sindaco Alfano ha sintetizzato nel corso del colloquio avuto con lo stesso rappresentante dell’UE.

Il Vice Presidente Tajani, ha definito “assurda” la vicenda riguardante i ritardi per l’apertura dell’aeroporto di Comiso. Nel corso del suo intervento ufficiale nel convegno, ponendo l’accento sulla necessità che il Sud si doti di infrastrutture per il trasporto come utilissimo strumento per la sua crescita economica e sociale, Tajani ha citato espressamente l’aeroporto di Comiso: “già realizzato da alcuni anni con l’impiego di 17 milioni di euro di fondi Ue, non riesce a decollare con perdita d’indotto  in un’area dalle formidabili potenzialità turistiche e agroalimentari. Basti pensare che l’aeroporto di Trapani, aperto dopo forti resistenze, ha avuto nel 2011 un incremento del 50%, avvicinandosi ai 2 milioni di viaggiatori, e portando  un aumento della crescita  nella provincia stimato intorno al 10%”. Tajani ha quindi osservato che il problema della mancanza di infrastrutture al Sud non è legato sempre alla mancanza di fondi ma alla burocrazia, campanilismo, criminalità e a una troppo rigida applicazione del patto di stabilità interno.

“Il presidente Tajani – ha dichiarato il sindaco Alfano – mi ha dato ampie assicurazioni che si adopererà con sollecitudine affinché si possa firmare in tempi brevissimi la convenzione per i servizi di torre. La forte preoccupazione e il disagio  per la mancata apertura dell’aeroporto è stata altresì espressa dall’ingegnere Marco De Rossi, amministratore di Glof Club Donnafugata Resort  di proprietà del gruppo spagnolo N H, che già nel prossimo anno potrebbe essere costretta a chiudere la sua struttura proprio a causa della mancata apertura dell’Aeroporto di Comiso, vanificando così investimenti per quasi cento milioni di euro”.

Ecco la copia integrale della lettera

Preg.mo Commissario,

Le scrivo per rappresentarLe la necessità e l’urgenza di un autorevole intervento da parte dell’Unione Europea, e Suo primariamente, al fine di agevolare la situazione di impasse paradossale, “tutta italiana”, che riguarda il nuovo aeroporto di Comiso.

Non mi soffermo molto, per non tediarLa inutilmente, sulla cronistoria che ha portato alla costruzione di questa infrastruttura nuova e moderna, recente passato che pure offrirebbe spunti di riflessione interessanti ai fini della risoluzione del problema posto alla Sua attenzione, ritenendo invece più importante precisare lo stato dell’arte in cui ci troviamo.    

L’Aeroporto di Comiso, costruito ex novo, è stato completato nel giugno del  2010, ossia in nemmeno sei anni dalla posa della prima pietra, ed è stato dichiarato dall’ENAC agibile al traffico aereo nel mese di luglio del 2011 e collaudato dal punto di vista tecnico amministrativo nel luglio appena trascorso.

Oggi è ancora chiuso.

Onestà intellettuale mi impone di dire che vi sono ancora attività che si stanno eseguendo, necessarie per le certificazioni ENAC di struttura e Società di Gestione, attività ormai avviate a completamento senza particolari problematiche. Ciò nonostante l’aeroporto di Comiso può sicuramente essere operativo entro il 2012 a condizione che il Governo Italiano e nello specifico il Ministero dell’Economia di concerto con il Ministero delle Infrastrutture dia il via libera alla firma della convenzione che permetterà all’ENAV di effettuare il servizio di controllo di torre a Comiso.  Sul punto ho l’esigenza di dilungarmi maggiormente.

L’aeroporto di Comiso, dotato di un’aerostazione non grandissima, ma accogliente, elegante e moderna, ha  il suo punto qualificante nella pista, anch’essa realizzata ex novo, di dimensione addirittura superiore a quelle degli altri aeroporti siciliani. Il piano industriale approvato dalla società di gestione concessionaria, So.A.Co. spa, sulla base delle potenzialità della struttura e dei contatti intercorsi con le Compagnie aeree interessate, prevede un traffico passeggeri esponenzialmente crescente che partendo da 300.000 passeggeri nel primo anno arriva sino a 2.000.000 di passeggeri al settimo anno. E’ chiaro che un tale traffico passeggeri può essere effettuato in sicurezza solo avendo il servizio di torre, non essendo ipotizzabile il raggiungimento di tale obiettivo sostituendo il servizio di torre con il servizio di AFIS, anche perché molte compagnie aeree, per motivi di assicurazione, rifiutano di atterrare con il sistema di informazione al volo. Nonostante la teorica liberalizzazione posta in essere dalle norme comunitarie, in Italia, esiste di fatto un monopolio dell’ENAV nella gestione dei servizi di torre, dovuto fondamentalmente a motivazioni politiche che storicamente hanno avvantaggiato la predetta società, il cui capitale è interamente posseduto dallo Stato Italiano e nello specifico dal Dipartimento del Tesoro, Ministero dell’Economia. A questo si aggiunge che lo Stato da un lato ha autorizzato ed autorizza l’ENAV a svolgere il servizio di torre con previsioni triennali contenute in uno specifico contratto di programma, e dall’altro contribuisce, o meglio contribuiva, a finanziare per il 50% le spese di controllo di volo, gravando così sulle compagnie aeree, e in definitiva sui passeggeri, una spesa inferiore per il pagamento dei servizi in questione  (mi scuso per la semplificazione estrema che può rischiare di diventare anche imprecisione ma so che chi legge è molto più competente di chi scrive in materia e comprenderà appieno). Se in teoria quindi la normativa comunitaria permetterebbe di affidare la gestione della torre di controllo e dei servizi connessi ad altri operatori nazionali o stranieri abilitati e certificati allo scopo dall’ENAC, di fatto nessuna società di gestione ha mai, sino ad ora, chiesto di essere autorizzata ad assegnare il servizio di controllo aereo a società diverse da ENAV perché in questo caso lo Stato non avrebbe economicamente contribuito. In buona sostanza, quindi, in  Italia oggi nessuna società, tranne ENAV, è munita della certificazione e dell’autorizzazione che appositamente rilascia l’Ente Nazione dell’Aviazione Civile (ENAC), con la conseguenza che di fatto è scelta obbligata per l’aeroporto di Comiso, se vuole aprire immediatamente al traffico aereo, quella di gestire i servizi di torre tramite ENAV.

 La politica del trasporto aereo nazionale in Italia allo stato è piuttosto fluida e, pertanto, oggi, nonostante per le ragioni che di seguito verranno espresse l’aeroporto di Comiso può legittimamente pretendere di essere inserito nel contratto di programma sopra richiamato, al momento non c’è certezza alcuna . Per dovere di completezza chiarisco che dal primo di luglio di quest’anno lo Stato non contribuisce più con fondi propri ad abbattere le spese per i servizi di torre e che pertanto l’inserimento del nostro aeroporto nel contratto di programma sarebbe a costo zero per lo Stato.

In ogni caso, al fine di accelerare l’apertura dell’aeroporto il Comune di Comiso, proprietario dello scalo, e la Società di Gestione hanno da mesi interloquito con ENAV trovando una soluzione temporanea alternativa: una convenzione di natura privatistica di  durata biennale il cui costo, spropositato, verrà pagato senza contributo alcuno da parte dello Stato grazie ad un contributo da parte della Regione Siciliana. Nonostante la convenzione sia ormai definita in tutte le sue parti dal 10 luglio di quest’anno, ad oggi l’ENAV si rifiuta di sottoscriverla accampando illogiche ed infondate problematiche che in verità nascondono di fatto il mancato placet alla stipula della convenzione da parte dell’unico socio di capitale: il Ministero dell’Economia.

A questo punto, egregio ViceCommissario, potrebbe essere indotto a pensare che io abbia sbagliato il destinatario di questa missiva, ma mi è sembrato necessario interessare l’Unione Europea della vicenda Comiso perché sia la mia città, che la società di gestione, nonché il territorio tutto del Sud Est della Sicilia non possono più continuare ad essere mortificati e danneggiati economicamente da questo scellerato esempio di cattiva burocrazia italiana. Non solo, ma la stessa Unione Europea sta subendo un danno enorme.

L’U.E. ha, infatti, contribuito alla costruzione di questo aeroporto: dei quasi 43.000.000 di euro necessari per la costruzione dell’aeroscalo il 90% circa è stato finanziato con fondi POR e PIO -FESR. A questo devono aggiungersi i centinaia di milioni di euro con cui l’Europa ha finanziato interventi di costruzione, riqualificazione e ristrutturazione di strutture turistico-ricettive  localizzate nel bacino di riferimento dell’aeroporto di Comiso. Milioni di euro a cui vanno ad aggiungersi gli altrettanti milioni di euro investiti dai privati, motivati in questo esclusivamente dalla prospettiva di un’apertura in breve tempo dell’aeroporto Vincenzo Magliocco di Comiso.

Non è più tollerabile che un territorio sano e produttivo, come quello del Sud Est della Sicilia e della provincia di Ragusa in particolare, già penalizzato dalla assenza di collegamenti viari e ferroviari debba vedersi ulteriormente mortificato non potendo mettere a frutto le proprie potenzialità turistiche.

Mi piace sottolineare che la provincia di Ragusa è sito UNESCO, con ben 18 monumenti considerati patrimonio dell’Umanità, è zona di importanti ritrovamenti archeologici, è bagnata da centinaia di Km di costa, è sito di rilevante interesse enogastronomico di livello internazionale. L’uva da tavola di Mazzarrone, il Cerasuolo di Vittoria, unica D.O.C.G. siciliana, l’Olio D.O.P. Monti Iblei, il pomodorino Ciliegino, sono solo alcuni dei prodotti posti più volte all’attenzione della Comunità Europea.      

La provincia di Ragusa detiene il 47% della produzione nazionale ortofrutticola e floricola, il 60% della produzione lattiero-casearia e il 60% della produzione di polietilene e film per l’agricoltura.

Non voglio incensare più del dovuto la mia provincia, ma basti pensare all’appellativo datole di “Isola nell’Isola” che sottolinea la vivacità imprenditoriale dei suoi abitanti, che hanno contribuito a far raggiungere alla provincia di Ragusa il PIL procapite più alto della Sicilia.

La stima media di 300 mila passeggeri per gli anni di start up nel primo quinquennio appare molto prudente, ma già questo comporterebbe un incremento del volume d’affari, diretto ed indiretto, con un conseguente vertiginoso aumento del gettito d’imposta e tributario.

Ciò senza dimenticare la ricaduta occupazionale, che oggi, in una terra di Sicilia che ha un giovane su due senza lavoro, è forse il primo e più importante dei motivi per cui il Magliocco non può più restare chiuso.

Le mie parole, tra l’altro non devono sembrare il racconto di un visionario. La realtà trapanese ha dimostrato già nei fatti e in pochi anni, quanto un aeroporto funzionante possa cambiare l’economia di un territorio.

L’aeroporto di Trapani Birgi è assimilabile per alcuni aspetti all’ Aeroporto di Comiso “V. Magliocco”, sia perché la distanza di entrambi gli aeroporti dall’aeroporto più vicino è pari a circa 100 km, sia perché a Trapani opera la compagnia aerea Ryanair, che da tempo ha manifestato concreto interesse ad operare a Comiso. Ryanair ha registrato dall’inizio dell’operatività a Trapani un incremento del traffico passeggeri, specie sulle rotte nazionali, incremento senza eguali rispetto alle altre sedi dove la stessa compagnia opera, evitando che il settore turistico, in quella zona, fosse piegato dalla crisi economica in atto nel nostro paese.

Ciò senza meno si produrrà anche a Comiso, che in un raggio di 100 km può offrire, il Barocco del Val di Noto, la Zona Archeologica di Siracusa, la Valle dei Templi di Agrigento, la Villa del Casale di Piazza Armerina, oltre 200 Km di spiaggia di sabbia dorata, oltre 9000 posti letto alberghieri, il campo da golf più grande del sud Italia, centinaia di strutture ricettive agrituristiche,

Non mi dilungo per evitare di essere ripetitivo e noioso, ma spero che il mio accorato appello non cada nel vuoto.

Anche e soprattutto perché le mie parole danno voce ad un intero territorio e a tutte le sue componenti imprenditoriali sindacali ed istituzionali.

Chi scrive ha avuto infatti mandato pieno dal tutti i sindaci della provincia di Ragusa, dall’ente Provincia regionale di Ragusa, dalla deputazione iblea alla Regione Siciliana, da tutte le sigle sindacali, dalla Camera di Commercio e singolarmente da tutte le associazioni datoriali e di categoria e prima ancora, mi si consenta, dagli oltre trecentomila abitanti della provincia di Ragusa.

Non vogliamo, non dobbiamo e non possiamo attendere oltre.

Grato per l’attenzione concessami  confidando in un positivo e tempestivo riscontro,  porgo i più

 

Cordiali Saluti

Giuseppe Alfano

Sindaco del Comune di Comiso

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