Alexa, chi sarà il nuovo sindaco di Ragusa?

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola.

È più pericolosa l’intelligenza artificiale o l’imbecillità naturale? È il tema, il cybertopic di questi ultimi giorni in Italia (e nel Mondo). Anche a Cisternazzi.

ChatGpt, lo dico per mia zia, non è il codice fiscale del condomino che non butta mai l’umido il lunedì. È il più noto software di intelligenza artificiale relazionale, capace di simulare e rielaborare le conversazioni umane. E non solo. Nei prossimi mesi, grazie ad un aggiornamento in stile Frankenstein Junior in salsa digitale, esso potrebbe diventare, nella nuova fiammante versione, totalmente indistinguibile da un essere umano. Il programma acquisirebbe cioè la capacità di pensare e agire esattamente come una persona. Esti! Parlare con ChatGpt, tra qualche mese, potrebbe assomigliare sempre di più al litigare con un condomino. Meco! Potrebbe persino sostituire e rimpiazzare l’autore di questa rubrica. Ma non sperateci troppo. Potrebbe guardare persino Il Grande Fratello e restare intelligente.

E comunque. Il lato oscuro dell’intelligenza artificiale preoccupa non poco: viene giudicata faziosa, ingannevole, in grado di diffondere la disinformazione (deepfake e manipolazione dei video) e di mettere a repentaglio la privacy e la sicurezza pubblica. Tant’è vero che, negli scorsi giorni, il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco (fino a quando il software non rispetterà la disciplina sulla privacy). Il software a marzo aveva subito una perdita di dati riguardanti le conversazioni degli utenti e altre amene informazioni. Si segnala da più parti la mancanza di una informativa agli utenti, i cui dati vengono raccolti e conservati (lecitamente?) dall’azienda titolare del software.
Inoltre, il servizio è rivolto ai maggiori di 13 anni, ma l’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti espone i minori a risposte assolutamente non idonee rispetto al loro livello di maturazione e consapevolezza di sé.

Tra gli utenti (tantissimi) che negli ultimi mesi stanno usando questa tecnologia, molti sono minori, incuriositi dall’intelligenza artificiale e dalla possibilità di creare con pochi clic testi ed immagini …
Chi sceglie di utilizzare queste tecnologie deve poterlo fare con consapevolezza, senza veder violati i propri diritti o vedere utilizzati in modo non chiaro i propri dati personali. Occorrono regole e norme ed un’informazione più completa.

E comunque. Nella mia professione, la psicoterapia, ad esempio, nessun software avanzato potrà mai sostituire il calore di un sorriso umano imperfetto e tuttavia infinito come lo sguardo di una madre rivolto a un neonato. Credo che nessun megasoftware della superbeata saprà mai sfiorare la creatività insaziabile, l’intuito prodigioso, l’imprendibile spirito e l’onirica scienza di Leonardo. Che fece in un sol pixel l’intero Cosmo.
E però, non voglio sembrare oscurantista e talebano. Non tutti i mali vengono per nuocere. L’Intelligenza Artificiale potrebbe tornarci utile. E qui, in Italia e in Sicilia potremmo rivolgerci finalmente ad una Intelligenza Superiore per risolvere il più profondo dei rebus matematici che ci tormenta da decenni: perché a Pasqua c’è sempre brutto tempo?

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