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Acqua, Utilitalia: “Servono investimenti per 7,2 miliardi”
18 Mar 2020 11:59
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia si conferma, tra i 28 Paesi dell’Unione Europea, quello con il maggior prelievo di acqua potabile con 34,2 miliardi di metri cubi, 9,4 dei quali per uso civile. L’inizio del nuovo anno ha segnato un calo del 75% delle precipitazioni rispetto al 2019, con una temperatura superiore di 1,65 gradi rispetto alla media storica. In presenza di fenomeni climatici estremi sempre piu’ frequenti, per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, sono necessari nel nostro Paese investimenti per 7,2 miliardi di euro: 3,9 nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord. Lo evidenzia Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo presenta il Manuale Siccita’.
Il numero di investimenti infrastrutturali che dovrebbero essere
realizzati per contrastare i fenomeni di siccita’ sono 734, pari a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni: si tratta di serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti. Tra gli investimenti gia’ pianificati, il 75% sono destinati a interventi per la costruzione di collegamenti di schemi idrici (3,1 miliardi) e per la riduzione delle dispersioni (2,3 miliardi). Seguono gli investimenti per nuovi approvvigionamenti (606 milioni), per serbatoi e invasi (359 milioni), per dissalatori (202 milioni) e per il riuso delle acque reflue (43 milioni). La realizzazione di tali interventi comporterebbe una maggiore quantita’ di acqua disponibile – intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta – stimata in 1,7 miliardi di mc/anno.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – non possono piu’ essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Negli ultimi anni, il 50% delle risorse sono state dirottate verso i servizi di fognatura e depurazione, con l’obiettivo di superare le infrazioni comunitarie ma per effetto delle modifiche introdotte nella nuova Direttiva Europea sulle acque potabili e per l’introduzione della Regolazione della qualita’ tecnica del servizio idrico integrato, si registrera’ un incremento degli interventi sulla rete di distribuzione e per la riduzione delle perdite. Solo un massiccio piano di investimenti potra’ consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi”.
(ITALPRESS).
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