ABOLIZIONE DELLE PROVINCE. I LIBERI CONSORZI UNA OPPORTUNITA’ DI RILANCIO TERRITORIALE

“Il processo che porterà alla trasformazione delle Province in Liberi Consorzi è quasi realtà”, lo dice l’ on. Orazio Ragusa. “ Il testo  che istituirà questa nuova realtà dovrà essere approvato entro metà febbraio e contenere le norme per superare la fase transitoria, prevista in un anno circa. In sede di prima applicazione ci saranno nove Liberi Consorzi di Comuni, tanti quanti sono le Province, e con le stesse risorse e competenze degli enti intermedi aboliti.

Dopo l’approvazione della legge, i Comuni avranno altri sei mesi per decidere se appartenere al Consorzio indicato dalla Regione o chiedere di transitare in altro Consorzio.” Continua Ragusa, “I Liberi Consorzi saranno composti dai rappresentanti dei Comuni delle rispettive Province e saranno operativi entro sessanta giorni dall’attuazione dell’entrata in vigore della legge. Nasceranno nuovi organi: l’Assemblea, composta dai Sindaci dei Comuni appartenenti al Libero Consorzio;  il Presidente, eletto dall’assemblea tra i Sindaci con il sistema del voto ponderato in rapporto alla
popolazione;  la Giunta, composta da otto dei Sindaci che fanno parte di quel Consorzio. In una fase successiva si procederà alla razionalizzazione degli Enti regionali, mediante la soppressione o l’accorpamento degli organismi che svolgono funzioni in tutto o in parte coincidenti con quelle attribuite o trasferite ai Liberi Consorzi, evitando in tal modo duplicazioni o sovrapposizioni. Saranno razionalizzati (e in alcuni casi tagliati) tutti
quegli enti, agenzie, organismi le cui funzioni verranno assorbite dai Liberi Consorzi che, per svolgere questi compiti, saranno dotati delle necessarie
risorse finanziarie.”“Non si può dimenticare – dice l’ on. Ragusa- che  i padri costituenti dell’ autonomia, con grande lungimiranza, vollero che nello Statuto speciale fossero abolite Prefetture, Amministrazioni Provinciali e che  le Questure dipendessero dal Presidente della Regione.  La permanenza delle Province nell’unica Regione che  non le prevede per Statuto sarebbe un non senso.

Questa  riforma è il primo tassello del riordino del sistema della Pubblica Amministrazione siciliana, che deve passare anche attraverso il decentramento di compiti dalla Regione ai Consorzi e alle Città Metropolitane, prevedendo funzioni distinte e autonome fra questi due Enti, anche in relazione ai Comuni che vi aderiscono. Soprattutto, deve rispettare profondamente il sentire pubblico dell’appartenenza senza lasciare irrisolte delle questioni fondamentali di gestione. Senza questi elementi non si potrebbe parlare di un vero cambiamento, ma sono certo che nel dibattito in aula si saprà far uscire una riforma condivisa e capace di raggiungere gli obiettivi prefissati”.

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