ABOLIRE LE REGIONI, MANTENERE LE PROVINCE

Quasi tutte le forze politiche per evitare di sentirsi dire di essere contro gli sprechi si sono pronunciate a favore dell’abolizione delle province. In più occasioni sono tornato sul tema affermando che si sta commettendo un errore.

Semmai in Sicilia andrebbe abolita la regione.

E’ la regione Sicilia il luogo degli sprechi (gli scandali impressionanti degli ultimi anni  non hanno  risparmiato quasi nessuna regione d’Italia).

E’ la regione il luogo della corruzione,della burocrazia folle, del centralismo ottuso e invasivo, della finanza allegra; che ha determinato lo sconquasso della sanità, della formazione professionale, e del territorio; che non ha pianificato le infrastrutture necessarie , che ha sprecato i fondi messi a disposizione della comunità europea, ecc, ecc, ecc!!

E’ la regione Sicilia il peggior interprete dell’autonomia tanto che oggi Palermo è molto più distante di Roma in tutti i sensi.

 E’ la regione Sicilia che ha derubato i territori dal diritto all’autogoverno.

Ad una riforma seria si richiede  di garantire partecipazione democratica, efficienza dei servizi , contenimento della spesa.

Una riforma seria di cui nessuna forza politica parla in maniera sufficientemente organica è: riformare la camera del senato trasformandola nel luogo dove i territori trovano la sintesi degli interessi legittimi  e delle identità di cui sono portatori; abolire le regioni come enti intermedi  trasferendo  le competenze di queste in parte allo Stato, in parte alle province (la proposta dell’on.  Nello Musumeci  relativamente alla competenze è una buona base di partenza per la discussione) , in parte ai comuni.

Il mondo imprenditoriale, sociale, culturale, formativo hanno bisogno di avere indirizzi univoci ed efficienti, di interlocuzioni istituzionali certe e controllabili democraticamente, di potere risolvere i problemi laddove nascono .

Relativamente ai costi della politica si parla tanto di ridurre i  parlamentari . Sono d’accordo . Con l’eliminazioni delle regione ne elimineremmo alcune centinaia. Poi possiamo discutere di ridurre il numero dei  consiglieri provinciali ( 25 consiglieri per la provincia di ragusa sono troppi ) e comunali ( 30 per il comune sono troppi) e il numero degli assessori . Ma queste sono scelte che rappresentano la ciliegia sulla torta. Qui si rischia di parlare della ciliegia e basta!

Ancora una riflessione: la proposta del governo nazionale sull’abolizione delle province ha una sua coerenza, quella regionale sui liberi consorzi che dovrebbero sostituire le province produrrà una serie di effetti negativi facilmente prevedibili: aumento dei conflitti, un rigurgito di campanilismi, aumento della confusione e frammentazione istituzionali di cui sicuramente non si sente il bisogno in un contesto già abbastanza frammentato e confuso !

Infine : nessuno parla dei danni notevoli che subirà il territorio ibleo . Se non avessimo potuto costruire dal basso la provincia italiana di ragusa saremmo in una condizione peggiore dell’attuale . E nel prossimo  futuro il rischio ( la certezza)  è l’ulteriore smantellamento degli organismi  intermedi.

Sarebbe motivo di approfondimento per tutti chiedersi come mai oggi le province di Trento, Bolzano e la stessa Aosta (dove provincia e regione coincidono) hanno la qualità della vita più alta d’italia , o come mai fino all’altro ieri abbiamo potuto parlare di isola nell’isola per Ragusa!!!  … La classe politica tutta e soprattutto i nostri parlamentari non si assumano la responsabilità di riforme di corto respiro!!

Tonino Solarino, ex sindaco ed ex presidente del consiglio provinciale di Ragusa

 

 

 

 

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