A Ragusa, il “No Draghi day”

Il dicembre si svolgerà a Ragusa in piazza San Giovanni dalle 16 alle 18 il “No Draghi day”, una manifestazione di protesta organizzata da ADL COBAS, CLAP, CONFEDERAZIONE COBAS, COBAS SARDEGNA,CUB,FUORI MERCATO,
ORSA, SIAL COBAS, SGB, UNICOBAS, USB, USI-CIT.

Nella nota diffusa si legge:


“Si conferma la linea politica dell’aumento delle disuguaglianze, anziché invertire rotta. Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia provocano un rincaro delle bollette e del caro vita che colpiscono lavoratori e
lavoratrici, che hanno salari bloccati da contratti non rinnovati, pensionati e ancor peggio gli strati più poveri della popolazione, come i pensionati al minimo o i percettori del reddito di cittadinanza.


Sulle pensioni si mantiene il famigerato impianto della Fornero, quindi un rialzo dell’età pensionabile, anche se per ammorbidire si propone quota 102 per il prossimo anno, sempre molto al disotto delle aspettative anche per garantire un necessario ricambio generazionale. Sul Reddito di Cittadinanza si introducono misure per restringerne la platea e per forzare i percettori ad accettare qualsiasi lavoro: part, a tempo determinato e a grande distanza dalla residenza. Sul fisco si preannuncia l’abolizione dell’IRAP, cioè dell’unica tassa ineludibile per le imprese, mentre le riduzioni per i lavoratori verranno indirizzate verso i redditi medio-alti (tra i 28 e i 55mila euro).


In una fase in cui è ormai operativo lo sblocco totale dei licenziamenti e sono ancora visibili gli effetti pesantissimi della crisi pandemica, la manovra economica concentra le risorse sulle grandi imprese, esattamente con la stessa logica con cui si è elaborato il PNRR, e non si pone il problema drammatico della riduzione delle fortissime
disuguaglianze sociali attraverso la redistribuzione del reddito.

Quasi inesistenti gli investimenti pubblici nei settori chiave della vita sociale, come sanità, scuola e trasporti urbani, fondamentali anche per contrastare, oltre ai necessari vaccini, la diffusione della pandemia. Non ci sono né sono previsti interventi per rialzare i salari in un paese dove è in forte crescita il lavoro povero. Viene inoltre riesumato
il pericolosissimo progetto di autonomia differenziata, destinato ad aumentare le differenze territoriali e sociali. E ancora una volta non ci sono interventi sulla drammatica questione abitativa per incrementare l’offerta di alloggi popolari, né ci sono risposte al dramma degli sfratti.


A completare il piano di Draghi c’è invece il disegno di legge del governo sulla concorrenza che prepara una privatizzazione selvaggia di tutto ciò che resta ancora di pubblico nel nostro paese: dai trasporti locali all’energia, dall’acqua all’igiene ambientale, dai porti fino alla liberalizzazione dei taxi e ad un rilancio in grande stile della
sanità privata. È l’apertura liberista definitiva alla ferrea legge del mercato, in spregio a qualsiasi preoccupazione per i diritti sociali, la salvaguardia dei beni comuni, il riequilibrio e la giustizia sociale. Una conferma della vuota retorica governativa in materia di salvaguardia dell’ambiente e di lotta al cambiamento climatico poiché mettere i beni
comuni, a cominciare dalle risorse idriche ed energetiche, nelle mani delle grandi società private non potrà che favorire nuovi disastri ambientali ed abbassare ulteriormente le tutele in materia di salute e sicurezza di lavoratori e cittadini”.

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