A COMISO, LA CASTA DEI BUROCRATI: L’OPINIONE DELL’ASSESSORE PUGLISI

“A Comiso la casta non è rappresentata dalla politica bensì dalla burocrazia. In attesa della rideterminazione della dotazione organica che l’Organo Straordinario di Liquidazione farà appena insediato, l’amministrazione farebbe bene a ri-mettere mano immediatamente alla struttura organizzativa dell’Ente. Mentre il Comune di Comiso sprofondava verso il dissesto, un recente provvedimento amministrativo ha ridisegnato la struttura organizzativa articolandola in aree (con a capo gli incaricati di funzioni dirigenziali), settori eservizi. Tra dirigenti, capisettori e capiservizio una pletora di oltre 100 funzionari di categoria D (neanche fossimo a Roma o Milano!) e poi, ancora, giù giù fino ad arrivare alle Unità Operative e alle Unità di Progetto. Una struttura elefantiaca che inevitabilmente ha aumentato i costi della gestione.

 

Prima della “riforma” su 15 dirigenti, 6 percepivano una indennità di posizione di 12.000,00 € l’anno, altri 6 di  10.000,00 € e 3 di 8.000,00 € l’anno. A questa andava aggiunta una indennità di risultato da 0 al 25% della indennità di posizione. Una graduazione stabilita in base alla “complessità” del Settore e alla produttività. Oggi gli 11 dirigenti in carica percepiscono tutti indistintamente una indennità di posizione di 12.911,43 oltre al max della indennità di risultato. Se a questo aggiungiamo la spesa per le indennità ai capisettore (una trentina) nella misura massima di 2500,00 € annui e ai responsabili dei servizi (ben 67!) di circa 1000,00 €, il conto è presto fatto. E così mentre la Politica ha tagliato le proprie indennità (appena insediata, la Giunta, ha ridotto le indennità di Sindaco e Assessori), i Dirigenti se le sono viste aumentare.

 

Nulla da eccepire, se le casse del nostro Comune fossero ricche e floride e la macchina amministrativa rappresentasse un modello di efficienza e funzionalità. Purtroppo non è così! Scarsa produttività, assenteismo e menefreghismo sono largamente diffusi all’interno dell’Ente. Intendiamoci. Tra gli attuali funzionari e dirigenti comunali, vi sono sicuramente delle eccellenze che vanno preservate, sostenute e premiate, ma vi sono anche delle sacche di “resistenza” se non addirittura di contiguità e “connivenza” con la passata gestione, che hanno rallentato, se non ostacolato, il lavoro di questa amministrazione.

 

A tal proposito è bene riportare stralci di una ampia relazione che il Direttore Generale Dott. Alberto Depetro indirizzò al Sindaco e agli Assessori poco prima di lasciare l’incarico. In quella analisi impietosa si legge:

“Le principali criticità che si notano nella gestione del personale e a cui in genere si assiste in quasi tutti i Settori sono dovute:

  • Ad un diffuso e tollerante atteggiamento “buonista” della dirigenza, con uno scarso interesse al raggiungimento di alti livelli di produttività;
  • Un ingiustificato lassismo, una condotta troppo indulgente, accomodante, troppo tollerante da parte degli incaricati di funzioni dirigenziali, che determina il mancato esercizio e la decadenza dell’azione disciplinare;
  • All’immobilismo della dirigenza rispetto a episodi di micro/macro illegalità, ad esempio scarsa attenzione nel verificare le tempestive comunicazioni di assenze del personale per malattia o un utilizzo distorto di determinati diritti riservati ai lavoratori dipendenti”.

 

Parole pesanti che avrebbero dovuto indurre il Sindaco a fare una attenta analisi sulla valutazione dei Dirigenti. E invece gran parte di essi non solo sono stati riconfermati, ma addirittura premiati, (ormai manca solo che a capo dell’ufficio di ragioneria, Alfano, rimetta il dirigente che ha portato il comune al dissesto…e poi l’elenco è completo!)

 

Nei due anni e mezzo da Assessore, su questo argomento, la battaglia è stata quotidiana. Purtroppo, mi rendo conto, in gran parte persa. Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti!”

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