LA SENATRICE PADUA ALLA LEOPOLDA PER PRESENTARE IL DISEGNO DI LEGGE

Un disegno di legge per dare una risposta a chi ha bisogno e per garantire una maggiore consapevolezza sulla patologia dello spettro autistico. E’ questo l’obiettivo che la senatrice del Pd, Venera Padua, partecipando ieri ai lavori della Leopolda, dopo avere promosso uno speciale tavolo tematico, cercherà di raggiungere anche grazie al confronto avviato con gli esperti del settore e con i rappresentanti delle famiglie. Tra gli altri, la senatrice, che è componente della commissione Igiene e Sanità oltre che della commissione bicamerale per l’Infanzia, ha avuto la possibilità di fare sedere al tavolo tematico la “discussant”, Leana Baroni, ordinaria di Fisica all’Università di Bologna e presidente nazionale dell’Angsa (associazione nazionale genitori soggetti autistici). L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Interessa prevalentemente le aree relative all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri. Si configura come una disabilità «permanente» che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, che si esprime in modo variabile e si caratterizza per un funzionamento mentale atipico tale da richiedere interventi terapeutici e socio-assistenziali particolarmente dedicati.

“Abbiamo iniziato il confronto – afferma la senatrice – parlando dell’importanza e della necessità di approvare subito questo disegno di legge a livello nazionale. Di seguito abbiamo analizzato l’importanza delle tecnologie, per interventi diretti e ambientali (ad esempio tramite l’uso dei robot sperimentali realizzati nelle università siciliane e di tablet per favorire l’autonomia). Abbiamo poi continuato rilevando l’aspetto fondamentale di assicurare la dignità delle persone autistiche e delle loro famiglie che rischiano di essere isolate e di diventare “autistiche” loro stesse se non sostenute da una rete di servizi, di solidarietà e di corresponsabilità della comunità intera”. Il tavolo, poi, ha messo in rilievo la straordinaria valenza inclusiva ed abilitante della scuola, che accoglie fino ai 18 anni. Si osservava anche che subito dopo quest’età i ragazzi rischiano di diventare quasi invisibili, di dissolversi. “Dobbiamo poi muoverci ancora di più – ha aggiunto la Padua – per favorire la ricerca a cui l’Italia deve contribuire con i propri esperti. Non dobbiamo dimenticare, altresì, che in particolare, nel mondo della scuola, vi è la necessità di un sostegno specificamente formato, integrato nel processo educativo del bambino. E tutto ciò è impossibile senza coordinamento multi e interdisciplinare”. Insomma, è stata sollecitata una ulteriore correlazione tra le funzioni sanitaria e scolastica oltre che con la famiglia stessa.

 

 

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