Intorno alle ore 7 di stamani, il reparto di psichiatria dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa è stato interessato da un allagamento causato dalla rottura di un tubo dell’impianto di condizionamento. L’episodio ha richiesto l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che hanno messo in sicurezza i locali e confermato che l’allagamento non era […]
BERNARDO CLES
15 Giu 2014 12:30
Il 12 giugno 1514, il Capitolo del Duomo elesse Bernardo Cles Principe-Vescovo di Trento. Non tutto andò liscio perché il decano del Capitolo ritenne che era lui da designare in quanto più anziano e fece ricorso al papa, Leone X, che però lo respinse.
La città, da medievale, grazie al Clesio, divenne rinascimentale. La sua cultura che era sia tedesca che italiana diede lustro al Principato e a Trento in particolare. Si impegnò in un progetto di ristrutturazione e riqualificazione della città. Nel 1528 fece pubblicare lo statuto di Trento e promosse la cultura e la civiltà umanistica e fu anche in corrispondenza con il filosofo Erasmo da Rotterdam che invitò più volte alla corte tridentina. Contribuì all’elezione dell’Imperatore Carlo V e infine fu creato cardinale nel 1530.
Dopo il suo insediamento, che avvenne l’anno successivo alla nomina, diede l’avvio alla costruzione del Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio accanto a Palazzo Vecchio. Vi lavorarono grandi artisti dell’epoca, tra cui: il ferrarese Dosso Dossi, il vicentino Marcello Fogolino, il bresciano Girolamo Romanino e lo scultore Zaccaria Zacchi di Volterra.
Bernardo Clesio nacque a Cles, in Valle di Non, l’11 marzo 1485.
Fu tra le maggiori personalità politico-religiose del tempo, studiò giurisprudenza, prima a Verona e poi a Bologna. Fu anche l’organizzatore del Concilio di Trento che però non ebbe modo di vedere attuato, perché morì improvvisamente sei anni prima dell’apertura, a Bressanone (BZ), 30 luglio 1539.
In onore di questo grande personaggio e per il Cinquecentenario della sua nomina, il Museo ha organizzato un evento davanti agli affreschi del Romanino protagonisti nella suggestiva Loggia, alternando letture (a cura di Fiorenzo Pojer e Adelina Valcanover dell’Associazione Culturale “Amici di Parola”) con l’episodio del mito di Fetonte (Metamorfosi Ovidio); Giuditta e Oloferne (Libro di Giuditta); Tarquinio e Lucrezia, (Ab Urbe condita Tito Livio); Sansone e Dalila (Libro dei Giudici); La morte di Cleopatra (Plutarco); Le tre Grazie (Seneca De Beneficiis); con musica a cura del Motocontrario Ensemble, (Emanuele Dalmaso, sassofoni e Andrea Mattevi viola) suonando Mozart, Bach e Rossini e con interessanti spiegazioni a cura dei servizi educativi del Museo). I lettori erano vestiti con costumi cinquecenteschi.
Il pubblico, numeroso, ha apprezzato moltissimo la formula.
Diciamo un evento ricercato e culturalmente all’altezza.
© Riproduzione riservata