Dal liceo al Jet Propulsion Laboratory: l’eredità scientifica di Ninto Occhipinti a 4 anni dalla sua scomparsa

Sono già trascorsi quattro anni dalla prematura e tragica scomparsa di Giovanni “Ninto” Occhipinti, lo scienziato ragusano che ha lasciato un segno profondo nella ricerca internazionale e nel cuore della sua comunità. Era la sera del 23 dicembre 2021 quando un incidente stradale sulla Statale Catania-Ragusa strappò alla vita uno dei più brillanti geofisici italiani, pioniere della sismologia ionosferica e protagonista di una rivoluzione scientifica capace di salvare vite umane.

Stasera, alle ore 18, nella chiesa del Preziosissimo Sangue di Ragusa, sarà celebrata una messa in sua memoria. Un momento di raccoglimento che unisce affetti, amici, colleghi e cittadini, a testimonianza di quanto Giovanni continui a essere una presenza viva, non solo per l’altissimo valore accademico del suo lavoro, ma anche per la sua umanità, la sua ironia e la sua visione del mondo.

Ninto, come lo chiamavano tutti, è stato tra i primi a dimostrare come fosse possibile misurare terremoti e tsunami dallo spazio, studiando le alterazioni della ionosfera causate dagli eventi tellurici. Una disciplina allora quasi sconosciuta, che lui stesso amava raccontare con autoironia, definendola lo studio della “spazzatura dei GPS”. Da quei segnali apparentemente inutili, Giovanni e il suo team riuscivano a estrarre dati preziosissimi, capaci di anticipare l’allarme tsunami fino a venti minuti prima dell’impatto sulle coste, un tempo decisivo per salvare vite.

La sua eredità scientifica continua a produrre frutti. Nel dicembre 2021, pochi giorni prima della sua scomparsa, aveva tenuto un corso di sismologia ionosferica all’Università di Catania, avviando un filone di ricerca sul legame tra terremoti, eruzioni vulcaniche e disturbi ionosferici. A distanza di quasi quattro anni, quello stesso percorso è stato ripreso e approfondito da giovani studiosi che lo avevano conosciuto e ascoltato. Ne è prova la recente pubblicazione scientifica sulle perturbazioni ionosferiche durante l’eruzione dell’Etna del 2015, firmata anche da studenti che hanno raccolto il testimone del suo lavoro.

Il ricordo di Giovanni è stato celebrato in modo particolarmente intenso lo scorso 25 ottobre, giorno del suo compleanno, con l’intitolazione del laboratorio di Fisica del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Ragusa, la scuola in cui aveva iniziato il suo percorso di studi. Un ritorno simbolico alle origini, che racconta meglio di qualsiasi parola la parabola di un genio umile, partito da Ragusa per arrivare ai più prestigiosi centri di ricerca internazionali, fino alla collaborazione con la NASA e il Jet Propulsion Laboratory.

Chi lo ha conosciuto ricorda il suo sorriso, la sua capacità di sdrammatizzare e il suo profondo senso etico della scienza. Per Giovanni, studiare non significava accumulare titoli o prestigio personale, ma mettere il sapere al servizio della collettività. Un messaggio che oggi più che mai si rivolge ai giovani, affinché comprendano come le discipline scientifiche possano avere un impatto reale sulla società e sul futuro dell’umanità.

Ragusa continua a custodire questo patrimonio di memoria e di ispirazione. Le istituzioni cittadine, la scuola, il mondo accademico e la comunità civile hanno manifestato la volontà di sostenere iniziative che mantengano vivo il nome e il pensiero di Giovanni Occhipinti. Perché la sua storia non è solo quella di uno scienziato straordinario, ma quella di un uomo che ha saputo andare oltre la mediocrità, trasformando la conoscenza in speranza.

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