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Qualità della vita per anziani, giovani e bambini: Ragusa arranca, ma non mancano segnali positivi. Ecco tutti i dati
26 Mag 2025 08:53
L’indagine del Sole 24 Ore: Sud penalizzato, bene Bolzano, Gorizia e Lecco. Ragusa a metà classifica
RAGUSA – In provincia di Ragusa la qualità della vita per le fasce d’età più fragili – anziani, giovani e bambini – si colloca ben lontano dalle performance delle province virtuose del Nord, ma emergono anche alcuni dati incoraggianti, in particolare per quanto riguarda i giovani. A fotografare la situazione è l’annuale indagine del Sole 24 Ore, dedicata alla “Qualità della vita per fasce d’età”, presentata al Festival dell’Economia di Trento e pubblicata in edicola lunedì 26 maggio.
Ragusa e la sfida dell’invecchiamento
La fotografia per gli over 65 non è incoraggiante: Ragusa si piazza al 79° posto su 107 province italiane, ben distante da realtà come Bolzano, Treviso e Trento che guidano la classifica. I dati evidenziano criticità importanti: pochi posti letto nelle RSA (91° posto), bassa spesa sociale per gli anziani (75°) e una carenza di infermieri (75°). Tuttavia, si segnala una nota positiva: il basso consumo di farmaci per depressione (21° posto) e per malattie croniche (22°), che potrebbe indicare un tessuto sociale ancora in grado di offrire supporto familiare e relazionale.
Giovani: tra opportunità e limiti
Sul versante dei giovani (18-35 anni), Ragusa si difende meglio. Seppur lontana dai vertici della classifica, dominata da Gorizia, Bolzano e Trieste, la provincia iblea non è nelle retrovie, mostrando un equilibrio tra condizioni economiche, offerte culturali e dinamismo sociale. Anche se non vengono resi noti nel dettaglio tutti i singoli parametri per la provincia, il posizionamento intermedio fa intravedere un tessuto giovanile ancora reattivo e capace di cogliere le opportunità, pur in un contesto di marginalità geografica e carenza di infrastrutture.
Bambini: troppe fragilità ancora da affrontare
Più critica la situazione per i bambini (0-14 anni), con Ragusa che risente di un trend comune a molte province del Sud. In fondo alla classifica si trova Caltanissetta, ma la provincia iblea non si discosta troppo. Il dato allarmante è che ben 19 delle ultime 20 province nella graduatoria dedicata ai più piccoli si trovano nel Mezzogiorno. Un chiaro segnale della difficoltà di garantire servizi educativi, spazi ludici, sicurezza e sostegno alle famiglie con minori. Elementi essenziali per costruire un futuro solido, ma che ancora mancano in molte realtà meridionali.
Un’Italia divisa e un Sud che resta indietro
L’indagine, che quest’anno si è arricchita di nuovi indicatori (da 12 a 15 per fascia), conferma le profonde disparità territoriali in Italia. Bolzano, Gorizia e Lecco guidano rispettivamente le classifiche per anziani, giovani e bambini, grazie a politiche pubbliche incisive, servizi capillari e una rete sociale efficiente. Al contrario, il Sud continua a occupare le posizioni di coda: 19 province meridionali nelle ultime 20 per la qualità della vita dei bambini, 15 su 20 per quella degli anziani e 10 su 20 per i giovani.
Serve un patto generazionale
L’indagine è un invito chiaro: servono politiche mirate per rafforzare il benessere delle fasce più fragili della popolazione. Il PNRR, con le sue misure, potrebbe rappresentare un’occasione storica per colmare il divario Nord-Sud, puntando su assistenza, servizi educativi, sanità di prossimità e inclusione sociale. Ragusa, pur tra luci e ombre, ha le potenzialità per invertire la rotta, soprattutto se saprà fare rete tra istituzioni, scuole, terzo settore e comunità locali.
Nota: Tutti i dati citati provengono dall’indagine “Qualità della vita per fasce d’età” 2025 del Sole 24 Ore, disponibile su lab24.ilsole24ore.com.
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