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Reddito di cittadinanza, requisito dei 10 anni di residenza “non valido”: assolta una donna
13 Mar 2025 14:58
Era stata rinviata a giudizio e rischiava una condanna da 2 a 6 anni di reclusione per avere percepito indebitamente il reddito di cittadinanza dal momento che non risiedeva in Italia da “almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo”. E’stata assolta perché il fatto non sussiste.
I fatti
La donna, una 48enne di origine marocchina nel 2019 aveva presentato la domanda per il reddito di cittadinanza e lo aveva ottenuto. Uno dei requisiti alla base dell’ottenimento del reddito, era la residenza di almeno 10 anni sul territorio nazionale ma da controlli incrociato con le banche dati, la donna era arrivata in Italia nel 2011 e questo requisito, quindi non le aveva maturato. Da qui l’indebita percezione del sussidio per poco più di 4.000 euro, e il rinvio a giudizio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Ragusa. La donna, difesa dall’avvocato Massimo Garofalo, è stata assolta perché il fatto non sussiste.
La motivazione dell’assoluzione
Il requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni alla base della richiesta e dell’ottenimento del reddito di cittadinanza è contrario ai dettami della sentenza della Grande sezione della Corte di Giustizia europea, la numero 112 del 29/7/2024. La Grande sezione stabilisce che colui il quale soggiorna legalmente e ininterrottamente per un lungo periodo, indicato in 5 anni (e non dieci), ha il diritto alla parità di trattamento dei cittadini, in particolare per prestazioni sociali, assistenza sociale e protezione sociale. Il pm a conclusione del dibattimento aveva chiesto la condanna della donna a 1 anno e 6 mesi applicando le attenuanti generiche. La norma superiore della Grande sezione della Corte di giustizia europea quindi, ha portato il giudice a disapplicare la norma italiana confliggente e di conseguenza, ha assolto la donna.
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