Pomodori riprodotti illegalmente: condanna in Appello per un produttore e un vivaista ragusani

La Corte d’Appello di Catania ha confermato la condanna al risarcimento danni per un produttore e un vivaista della provincia di Ragusa, ritenuti responsabili della riproduzione illecita di varietà di pomodori protetti da privativa comunitaria.

La vicenda

L’indagine è partita a seguito di una denuncia presentata dalla società titolare della privativa vegetale, supportata dall’AIB (Anti-Infringement Bureau for Intellectual Property Rights on Plant Material), associazione internazionale che tutela le aziende sementiere. La denuncia ha portato l’intervento della Guardia di Finanza di Ragusa, che ha accertato l’uso di tecniche di riproduzione vietate, come il taleaggio e lo stub, in violazione dell’articolo 13 del Regolamento comunitario 2100/1994.

Le condanne

In primo grado, il produttore e il vivaista erano stati condannati a 8 mesi di reclusione, 10.000 euro di multa, 80.000 euro di risarcimento danni e 20.000 euro di spese legali.

In Appello, la Corte ha confermato integralmente la condanna al risarcimento dei danni a favore dell’AIB e della società titolare del brevetto, mentre la pena detentiva è stata annullata per prescrizione.

Il commento dell’AIB

Il direttore generale dell’AIB, Ignacio Giacchi, ha sottolineato le conseguenze di questa pratica illecita:“La propagazione non autorizzata di varietà vegetali non solo costituisce un rischio fitosanitario, favorendo la diffusione di virus, ma è anche un atto di concorrenza sleale che danneggia i produttori e i vivaisti che rispettano la legge. Inoltre, queste condotte arrecano gravi danni economici ai costitutori, che subiscono perdite ingenti derivanti dagli investimenti in ricerca e sviluppo per la creazione di nuove varietà.”

Foto: repertorio. Fonte: agi

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