In ricordo di Maria Zarba, vittima di femminicidio. La commemorazione a Ragusa

Maria, ieri, non era sola, tante e tanti sono accorsi all’iniziativa organizzata da #Aessobasta – Ragusa – per ricordare che un anno fa, l’ 11 ottobre, ha stata scippata della sua vita e dal suo mondo.
I figli: Stefania, con il marito Angelo, Danila, Federico, Francesco non c’era, e i suoi adorabili nipoti: Paola, Serena, Giuseppe – il ragazzo che viveva con lei ed ha scoperto il corpo di Maria senza vita; Gianna, con accanto Alessio, il suo ragazzo, e Francesca. Concetta, la sorella di Maria e la sue tante amiche.
Ma c’erano anche le istituzioni a ricordare il femminicidio che ha tragicamente scocco e colpito la comunità ragusana.

Il prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza; il sindaco, Peppe Cassì e il direttore generale dell’Asp, Angelo Aliquò.
Ognuno di loro ha voluto rivolgere un pensiero a questa donna che, come tante altre, purtroppo le cronache di tutti i giorni ce lo ricordano, è stata vittima della bestialità di certi uomini che considerano le donne un oggetto di proprietà. Il rispetto, bisogna partire da lì, dal rispetto dell’altro, dal linguaggio che va insegnato già nei primi anni di scuola. Solo un cambiamento culturale potrà debellare questo tragico fenomeno. La violenza contro le donne è un fenomeno diffuso a livello mondiale la cui gravità ed entità sono ancora difficili da valutare. Negli ultimi decenni, grazie all’azione incessante dei movimenti delle donne e delle nuove norme, non ultima il codice rosso ,, si è potuto affrontare tale fenomeno ampliando ad ogni livello approfondimenti e ricerche, oltre che azioni di sostegno e protezione concreta alle donne che subiscono ogni forma di violenza.

Gianna Miceli, #Adessobasta, ha ricordato il valore di Maria come madre, nonna e soprattutto donna. Sottolineando l’importanza di creare una rete che sia l’espressione di istituzioni e associazioni che, pur nel rispetto dei propri ambiti normativi, possa onfrontarsi concretamente sulle azioni da attuare, creando nel territorio nuovi canali di comunicazione e migliorare le prassi di intervento con l’obiettivo di fornire un sostegno effettivo alle donne che subiscono violenza.

Un altro momento emozionante è stato quello della lettera che i figli e i nipoti hanno dedicato a Maria, per ricordare, ancora a volta la sua grande umanità e generosità. Salvina, la consuocera, ha letto con la voce segnata dall’emozione, la bellissima lettera:
“ Maria
E’ stata una Grande Mamma,
Perché ci ha cresciuto con immenso amore, ha sacrificato se stessa per noi e ha sempre lottato per darci una vita serena e felice.
Ci ha lasciato sempre liberi di seguire le nostre strade, ci ha dato i suoi consigli di vita con la delicatezza che la contraddistingueva senza mai imporsi o tentare di condizionare le nostre scelte.
Malgrado i suoi grandissimi sacrifici e le sue sofferenze era sempre piena di gioia, Le bastava poco per essere felice, Le bastava vedere noi sereni e uniti.
Quando eravamo tutti a casa sua per Lei era sempre una festa “in realtà era un caos totale” ma che a lei piaceva molto perché amava avere la casa piena di noi, scherzava e rideva sempre smorzando quella malinconia che solo una Mamma prova quando i propri figli sono lontani da a casa.
Passare quei giorni con Lei ritrovandola sorridente ci rendeva felici.
E’ stata una Grande Nonna
Perché per ai suoi 5 Nipoti (I SUOI BAMBINI) ha dato tutto e pur avendo già cresciuto altri 4 figli e non essendo più di giovane età, li ha sempre protetti e cresciuti con amore, senza mai scoraggiarsi.
Ma soprattutto, era una Grande Donna
Perché il suo altruismo era straordinario, aiutare gli altri non è stata per lei una impresa semplice da realizzare…..
Era già piena di impegni, preoccupazioni e dedizione verso la Famiglia, e negli ultimi anni si erano aggiunti anche dei problemi di salute, ma Lei è sempre riuscita a trovare spazio e amore per le persone bisognose che ha incontrato nella sua vita e nel suo percorso religioso, mettendosi sempre all’ ultimo posto.
A noi tutti ha insegnato come porgere sempre l’altra guancia, a proteggere le persone che amiamo e ad aiutare il prossimo.
Ci ha trasmesso questi suoi valori in modo assolutamente naturale perché questo era il suo modo di essere e di vivere, seguendo le parole di Dio.
Mamma vive in ognuno di noi continua a darci l’amore e il sostegno che ci aiuta a vivere.
LEI È IL NOSTRO ESEMPIO, LA NOSTRA FORZA, IL NOSTRO FUTURO.
Grazie, Mamma dai tuoi nove figli, Grazie! PERCHE’ SEI SEMPRE CON NOI E NON SOLO CON NOI.”
Si, NON SOLO CON NOI….,
perché siamo sicuri che anche da lassù farai ancora di tutto per proteggere le persone bisognose e le DONNE in difficoltà.”

L’incontro si è concluso con la proiezione del documentario “Anch’io vado a scuola”, presente il giornalista Carmelo Riccotti La Rocca, regista, assieme a Martina Chessari, del filmato che ha legato il documentario al filo della violenza contro le donne le altre forme di violenza come quella nei confronti dei bambini, a cui viene negato il diritto all’infanzia e alle donne che sono costrette a vivere una condizione di sfruttamento ed emarginazione. Il video, infatti, è realizzato nell’estesa zona del versante ipparino, nel mare di serre dove il caporalato fa da padrone sfruttando i più deboli, appunto donne e bambini.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it