Servizi sociali al ribasso d’asta. Le centrali coop “denunciano” gli enti locali

Le centrali cooperative della provincia di Ragusa (Agci, Confcooperative e Legacoop) denunciano in maniera decisa e con forza l’operato di quegli enti locali territoriali che hanno attuato, o sono in procinto di farlo, procedure di accreditamento per servizi assistenziali, nonché gare per l’espletamento di servizi che prevedono insufficienti valori delle tariffe contrattuali. Si tratta di valori che non permettono di coprire i costi medi orari previsti dalle tabelle ministeriali al rispetto delle quali le cooperative sociali sono tenute. Una decisione, quella di dare vita a questa forte denuncia, presa dopo un’attenta valutazione e diversi incontri con i rappresentanti delle cooperative sociali.

“Stiamo assistendo a pubblicazioni di bandi di gara ed avvisi di accreditamento – sottolineano dalle centrali cooperative – che non tengono conto del recentissimo rinnovo del Ccnl cooperative sociali e che presentano tutti l’inadeguatezza del costo orario del lavoro”. Bandi che, però, obbligano le cooperative aggiudicatarie a riconoscere ai propri dipendenti, com’è giusto che sia, il Ccnl vigente. “Stiamo perciò stanchi di assistere – è spiegato – a queste procedure che risultano assolutamente antieconomiche per le cooperative che intendono richiedere l’accreditamento o che intendono partecipare alle gare. E’ un gioco al massacro”.

“Prima il Comune di Comiso – dicono Pino Occhipinti, presidente Legacoop, Gianni Gulino, presidente Confcooperative, e Nanni Terranova di Agci – poi il Libero consorzio di Ragusa, il Comune di Ragusa, il Comune di Pozzallo, e adesso anche il Comune di Scicli: tutti hanno attivato un iter che non tiene conto delle tabelle ministeriali e del recentissimo rinnovo del Ccnl di settore. Non dimentichiamo che le cooperative sociali si spendono quotidianamente per accompagnare la vita delle persone più deboli, proponendo soluzioni innovative, creative e flessibili, da cui l’aspetto umano non è mai disgiunto. Sono cooperative che, con professionalità e competenza, risultano molto attente ai bisogni sociali emergenti e si configurano come espressione della comunità locale. Si tratta di imprese sociali che erogano servizi rivolti al benessere della comunità e che progettano, gestiscono, erogano il welfare per i cittadini dell’area iblea. Ecco perché riteniamo che questo allarme sia fondato. Così si rischia di assicurare l’accreditamento alle cooperative spurie che riescono a vincere gare d’appalto al massimo ribasso applicando tariffe di mercato al di sotto delle tabelle ministeriali e che, dunque, non rispettano il contratto nazionale dei lavoratori”.

Legacoop, Confcooperative e Agci, a nome delle cooperative sociali sane del territorio e dei numerosi qualificati soci lavoratori, alzano la voce e chiariscono che non intendono sottostare a questa situazione. “Abbiamo già presentato le nostre riflessioni, in maniera ufficiale – continuano Occhipinti, Gulino e Terranova – agli enti interessati. Di fronte al silenzio, stiamo valutando l’opportunità, in rappresentanza delle cooperative, di fare sentire le nostre ragioni presso gli organismi preposti”. Le centrali cooperative, poi, lanciano un appello alle organizzazioni sindacali di settore affinché si possa procedere in maniera unitaria per stilare una piattaforma di rivendicazioni che tenga conto delle perplessità sollevate così da arrivare a una soluzione frutto di condivisione.

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