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IL PIANISTA GIACOMO SCHEMBARI INCANTA IL “SUO” PUBBLICO
09 Mar 2011 08:44
Poco meno di due ore per uno spettacolo originale e, almeno da queste parti, del tutto nuovo. Il protagonista, il pianista Giacomo Schembari, lo ha definito “incontro-concerto”. Avrebbe potuto dargli almeno altri tre o quattro nomi, ma nella sostanza nulla sarebbe cambiato. Succede questo: Schembari siede al pianoforte e tiene accanto un computer che proietta immagini relative al modo musicale italiano dalla presunta età di fondazione della classica canzone italiana, ovvero la prima metà dell’800, e fino al 1969.
Ma nel contempo, il pianista accenna ai maggiori, più famosi, curiosi, originali, fondamentali brani che chiamiamo canzone. Solo cenni, si diceva, per la voce – notoriamente bella e calda di Giacomo – e la tastiera. Ne viene fuori uno spettacolo che, almeno al Centro Servizi Culturali di Ragusa, ha incantato oltre cento intervenuti che alla fine, tra i tanti applausi, hanno recriminato solo il fatto che lo spettacolo fosse durato troppo poco.
Del resto, come ha spiegato lo stesso Schembari, non è certo possibile cantare per intero oltre venti canzoni o, e nella sostanza non cambia, accennare quaranta canzoni. Si arriva sempre a due ore, che rappresenta il limite temporale per uno one-man show.
Lo spettacolo è intrigante proprio perché, messi la bando ogni tipo di pregiudizio, di convinzione artistica e/o ideologia, Giacomo Schembari altro non fa se non cantare alcune (tutte sarebbe impossibile) tra le più famose canzoni della sterminata produzione e tradizione italiana, compreso quel filone “napoletano” che per decenni rappresentò il top della produzione canzonistica italiana.
Il pubblico ha molto apprezzato, e l’unico nostro auspicio è che questo spettacolo possa essere replicato quanto più numerose volte è possibile, per poter mettere a disposizione di quante più persone, appassionate o meno alla musica, l’arte e la verve di un grande artista com’è il ragusano Giacomo Schembari. Lui si definisce, mutuando il termine dalla tradizione italiana degli anni ’60, un “cantante di piano bar”, a noi piace invece definirlo “crooner”, che fa tanto yankee e soprattutto buon auspicio per una carriera basata sul grande talento dell’artista ibleo.
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