8 marzo: i sogni delle donne

“Volevo fare la poliziotta ma quello che oggi posso fare è la cameriera, a scuola non riesco ad andare con regolarità ma mi piacerebbe studiare, la scuola mi piace”. Lei ha 17 anni, i suoi genitori lavorano nelle serre. Vorrebbe anche avere una vita sociale, uscire con gli amici, fare dell’attività sportiva… ma nel luogo dove abita, in mezzo alle serre, non c’è possibilità di spostarsi. E se il padre la accompagna a scuola, lei nel pomeriggio deve lavorare per fare recuperare le ore perse dal papà.

C’è una donna che di anni ne avrà forse una trentina. Non ha prospettive, non ha mai imparato a guardare avanti, a sollevare lo sguardo. La sua vita non può essere arricchita dall’avere un compagno al suo fianco. No, lei non ha un compagno di vita, ha un marito che forse nemmeno voleva ma “si fa così”…ne è schiava, cammina dietro a lui, con i figli che sono un altro anello di una catena che la lega all’unica vita che conosce e riconosce.

Un’altra donna 48enne, 5 figli e un marito. Lei stava in casa, lo amava, era lui a prendersi cura della famiglia dandole una vita dignitosa. Lui muore all’improvviso. Lei che a stento parla italiano non sa nemmeno dove sia un ufficio postale, cosa significhi un certificato, cosa sia una pensione, quali siano i diritti ma anche i doveri. Ha passato gran parte della sua vita ad aspettarlo all’uscio, a cucinare e lavare, lui voleva così e in fondo lei lo voleva pure. 

Quante storie ho visto e raccontato, quante vite mi sono passate davanti e mi hanno attraversata, ognuna lasciandomi un segno 

La speranza

Poi ci sono i bambini. Anche nella miseria più profonda sono felici di giocare con un pezzo di stoffa, amano i colori e i tintinnii, le macchinine e le bambole, come tutti i bambini. Loro non hanno retro pensieri, si fidano e si affidano. Ma quella vita non l’hanno scelta e hanno diritto di poterla cambiare. Gesualdo Bufalino scriveva che “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”. L’educazione, la conoscenza, la condivisione, la socialità, i doveri e i diritti, sono parti di vita che vanno insegnate. Impararle ha il sapore della libertà. E mafia, quella gran montagna di merda, non è solo quello che intendiamo per mafia in senso ‘classico’; è mancanza di condizioni di lavoro dignitose, è mancanza di diritti, di un lavoro stabile, di rispetto del genere e delle speciali abilità che ognuno di noi possiede, è soffocare i sogni, togliere il futuro.E allora, alle donne, a tutte le donne, quelle che hanno avuto di più dalla vita e quelle che lottano ogni giorno per sopravvivere, senza scomodare luoghi lontani e guerre di potere: sono qui, accanto a casa nostra. A tutte le donne, a chi ha scelto di vivere da sola, a chi ha diviso il suo cuore donandolo a chi le sta vicino. A tutte le figlie, perché donne e figlie lo siamo tutte: sognate tanto e non tiratevi mai indietro, studiate per potere scegliere di potere essere ciò che desiderate, ogni giorno della vostra vita. 

A te, diciassettenne che dentro a un serra sogni di diventare una poliziotta: non permettere che la vita ti tolga i sogni

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