28 DICEMBRE 2015 – FESTA DEI SANTI INNOCENTI MARTIRI

Un’occasione di riflessione e preghiera in difesa dei più piccoli nella Festa dei Santi Innocenti Martiri. Una Santa Messa sarà celebrata da Don Giorgio Occhipinti (Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute) il 28 dicembre alle ore 16,30 nel reparto Ostetricia dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo a Ragusa in unione spirituale con l’Associazione Meter diretta da Don Fortunato di Noto, che richiama come gli ‘Erode esistono ancora’. Dopo la S. Messa, seguirà la benedizione dei neonati con Gesù Bambino.

Una data scelta non a caso. Il 28 dicembre, infatti, la Chiesa ricorda i Santi Innocenti, ovvero i bambini uccisi da Erode quando si accorse di essere stato ingannato dai Re Magi e decise di sterminare i bambini di Betlemme di Giudea, quelli dai due anni in giù e se San Giuseppe non avesse creduto all’Angelo e non fosse fuggito in Egitto, in quella strage ci sarebbe stato anche Gesù. La Chiesa celebra la memoria dei Santi Innocenti tre giorni dopo la nascita del Salvatore.

Si ricordano a tal proposito in questa giornata, i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento, i bambini non nati e i bambini vittime della pedofilia. Riguardo alla pedofilia vorrei puntualizzare che spesso i preadolescenti sono presenti sui social network e navigano in totale autonomia. Le loro capacità tecniche sono decisamente superiori alla loro maturità e alla loro capacità di difendersi.

I bambini  devono sapere che un contatto da parte di un adulto con cattive intenzioni può arrivare attraverso tanti canali e tante forme. Devono sapere che esistono persone adulte che creano falsi profili sui social network, spacciandosi per loro coetanei. Devono sapere che, per ogni richiesta che sembra loro strana, possono rivolgersi a noi e chiedere spiegazioni. Devono sapere che quello che può essere proposto come un gioco spesso non lo è. Tutto questo, però non devono saperlo solo per navigare in internet, ma per ogni situazione in cui possono trovarsi anche nella vita “reale”: perché i “falsi profili”, le persone che si mostrano come amici, ma possono non esserlo, possono esistere un po’ dappertutto.

Riguardo ai Social Network, è più forte di noi: i bambini sono bellissimi, dolci, buffi. E noi vogliamo mostrarli a tutti. C’è una certa dose di esibizionismo e compiacimento nel mettere online le foto dei propri figli, ma anche di sincero spirito di condivisione con amici e parenti, di spontaneità, di innocenza.

Facebook è pieno di foto di bambini sorridenti, che dormono, che mangiano, che ridono, che fanno il bagnetto. Foto che vengono viste e apprezzate, condivise, commentate, girano di profilo in profilo, ti appaiono in bacheca solo perché un amico ci ha scritto sotto «com’è cresciuto!».

Le impostazioni di privacy sono un optional sconosciuto alla maggior parte degli avventori dei social network…

Oggi è normale, anzi: sembra strano il contrario. Mettere la foto su Facebook è la seconda cosa che fanno molti padri (e madri) dopo aver tenuto in braccio il loro bambino per la prima volta. Regalano la sua immagine a una rete che, ormai, sembra un luogo tanto più familiare quanto più siamo connessi con amici e conoscenti. Che a loro volta sono connessi con amici e conoscenti. Che a loro volta…

Insomma, una familiarissima rete di milioni di sconosciuti.

Ma c’è una cosa che mi hanno insegnato, e cioè che la rete non cancella. Non conosce oblio, nel bene e nel male. E come sarà il domani? Saremo ancora tutti così sereni e tranquilli riguardo alla nostra privacy, condivideremo foto, video, link stupidi, spostamenti e dati sui social network al pari di oggi? È altamente probabile.

Nel remoto dubbio che così non fosse, però, saremo davanti a una generazione di ragazzi che troveranno online tutta la loro vita in fotografia… Bisognerebbe forse restituire, a questi neonati spalmati sulle bacheche di tutto il mondo, il diritto di scegliere se apparire oppure no. Da esercitare liberamente una volta cresciuti. Ma non credo riusciremo a resistere.

 

Don Giorgio Occhipinti

 

 

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