15 febbraio: San Faustino e la festa dei single. Le origini di questa “tradizione”

Se avete passato San Valentino con il muso lungo, senza aver spedito frasi piene d’amore o aver ricevuto mazzi di fiori, oggi è il momento del riscatto: il 15 febbraio è infatti San Faustino, il considerato protettore dei single. Prima della pandemia si organizzavano diverse serate a tema, anche se adesso tutto è molto più ridotto.

In realtà, il suo legame con le persone in cerca dell’anima gemella non è del tutto chiaro e in proposito circolano tre versioni . La prima, e forse più banale, consiste nel considerare che sia comodo far cadere la ricorrenza il giorno successivo a San Valentino , tenuto anche conto che Faustino fa rima.

La seconda versione, invece, fa riferimento all’etimologia del nome che deriva dal latino “faustus”, che letteralmente significa propizio, perché nell’immaginario collettivo una persona in cerca della sua dolce metà ha parecchio bisogno di fortuna. Infine, si narra che il Santo aiutasse le giovani donne a trovare marito.

Oggi non avere un partner non porta più con sé lo stigma di un tempo, ma fino al 1943 essere single in Italia era addirittura tassato. Senza alcuna distinzione tra “zitelle” e “scapoli”, l ‘imposta fu istituita il 13 febbraio 1927 ed era indirizzata ai celibi tra i 25 e i 65 anni .

Consisteva in un contributo fisso che variava a seconda dell’età: si partiva da un minimo di 70 Lire (oggi poco meno di 5 euro) per i giovani fino ai 35 anni, per salire a 100 Lire fino ai 50 anni. Tra i 50 e i 66 anni la tassa veniva dimezzata passando a 50 Lire , per essere poi azzerata dopo i 66 anni . Gli importi riscossi erano devoluti all’Opera Nazionale della Maternità e dell’Infanzia.

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