Nello Musumeci a Ragusa ospite del direttore di Panorama. “Da qui riparto per il bene della Sicilia”. E poi il “patto del pollo” sulle infrastrutture. FOTO

Prima uscita in provincia di Ragusa per il nuovo presidente della Regione, Nello Musumeci, ospite di Giorgio Mulè, direttore di Panorama per il giorno conclusivo del tour “Panorama d’Italia”. Un affollatissimo auditorium San Vincenzo Ferreri accoglie il neo presidente che parla di politica, economia, anche sociale, incalzato dalle domande mirate del direttore Mulè.

Si parte dal tema che ha accompagnato la campagna elettorale, ovvero il tema degli impresentabili, anche alla luce della vicenda più recente, quella che riguarda la famiglia Genovese a Messina.
Musumeci risponde dicendo di essere deluso, ma soprattutto dagli elettori che hanno votato gli impresentabili:  “Mi sento deluso dagli elettori dei siciliani che in cabina elettorale votano senza la minaccia del mitra e se voti per i mascalzoni, è chiaro che ti ritrovi un ceto politico di mascalzoni, se voi per le persone perbene, ti trovi persone perbene. Noi politici siamo il risultato, voi elettori siete la causa. Voi comandate la domenica, noi siamo sul giornale il lunedì e lo siamo solo se lo volete voi la domenica. Dunque in Sicilia gli impresentabili ci sono da 70 anni. Da sempre le liste sono state frequentate da personaggi chiacchierati.  Il mascalzone politico in Sicilia veniva chiamato unu spertu. Il politico onesto ma non aduso a fare favori veniva chiamato cristianu bonu ma nun cunta. Così ero considerato io, un cristianu bonu. Poi ho saputo governare la Provincia. E quando dicevo di qualcuno che era un tangentista mi dicevano “è uno che mangia e fa mangiare”. Questa è la complicità di una parte del popolo siciliano nella degenerazione morale che ci siamo tenuti per 70 anni. Questo è il dato antropologico della Sicilia”.

E su Genovese: “Io non conosco il figlio di Genovese, credo che le colpe dei padri non vanno sui figli e se a mio figlio, persona perbene, dicessero che sia impresentabile, prenderei a calci il giornalista e l’avversario politico. Non si puo’ accusare il figlio. Se mi chiedete se al posto del padre avrei candidato il figlio? Io non l’avrei candidato. Non sono dunque impresentabili per la legge dello Stato ma per un senso dell’etica. Chi stabilisce le candidature? il partito che fa le liste, non il presidente candidato”.

Sulle Province, salutando il commissario Carabellotta, Musumeci dice che le provincie sono state prese a mazzate. E poi dice: “Province, le restituiremo a loro funzioni e integrità”.

Poi il direttore Mulè chiede di sapere le ultime notizie sulla Giunta del suo nuovo governo. “Ho grande rispetto per i partiti, tutte le forze politiche avranno il diritto di offrirmi una rosa di candidati, se dovrò sceglierne due chiederò 4 nomi, se tre, ne chiederò 6 e sarò io a valutare chi potrà essere candidato migliore a far parte della mia giunta”, dice Nello Musumeci a proposito della composizione della sua giunta, nel corso dell’intervista pubblica con il direttore di Panorama Giorgio Mulè per Panorama d’Italia a Ragusa. “Non conosco vita morte e miracoli di tutti, non sempre gli uomini politici e i partiti sono dotati di strumenti conoscitivi particolari, ci muoviamo su terreno minato. Poi siccome solo il Vangelo e i 10 comandamenti non sono modificabili, dovessero emergere problemi inviterò gli eventuali interessati ad andarsene o provvederò io stesso. Io mi gioco la credibilità e lo faccio mettendo a profitto ogni mia competenza e ogni mia energia fisica, morale e intellettuale”. Quanto ai nomi, “l’unico tecnico suggeritomi è il professor Armao, docente all’università di Palermo, avvocato amministrativista. Me lo ha suggerito Berlusconi, per unire le forze e scongiurare meglio una vittoria grillina. Ho pensato fosse giusto aprire dialogo con professor Armao, gli ho offerto la vicepresidenza, un ruolo di grande dignità, tra l’altro si occupa di economia. Poi ci saranno il professor Lagalla, già rettore dell’università, e Vittorio Sgarbi che conosce patrimonio culturale siciliano come nessun altro tra i non siciliani. Starà forse due o tre mesi, ma lo faremo lavorare per fargli dare il massimo, ha talento ed è sregolato come tutte le persone geniali e sono contento di averlo in giunta”.

Musumeci parla anche del rapporto tra la Regione e il Governo nazionale, di qualsiasi colore politico, dicendo che parteciperà a qualche riunione del Consiglio dei Ministri e cercherà di avere un rapporto di dialogo e di collaborazione ma cercherà anche di ottenere adeguate risorse per l’isola.

A Ragusa nasce il “patto del pollo” che guarda al futuro delle infrastrutture. In verità è un patto che parte da un paradosso, “il paradosso del pollo” come l’ha chiamato il direttore di Panorama, visto che in Sicilia c’è un’azienda come l’Avimecc, che dopo l’incendio devastante ha ripreso pienamente la sua attività, ricorda Mulè, ma per portare il pollo da Modica a Palermo spende 20 centesimi, mentre per portarlo a Napoli spende 8 centesimi. E’ il paradosso che nasce a causa della mancanza di infrastrutture, che poi a Ragusa è il problema dei problemi visto che aspettiamo ancora almeno un chilometro di autostrada.

Il presidente Musumeci risponde: “Sulle infrastrutture si sarebbe dovuto programmare decenni e decenni fa ma i politici di allora hanno scelto di ottenere il consenso per il presente e non dare linee di programmazione per il futuro. Ma entro i prossimi 15 giorni convocherò i vertici di Cas e Anas – ha detto il governatore regionale – Voglio capire qual’è lo stato di salute delle autostrade e delle strade statali siciliane ma anche quali sono i piani di investimenti e perché il 70% delle strade stata è impercorribile. Ma capiremo anche se i Fondi del Sud potremo usarli per le manutenzioni dell’esistente e per potenziare il trasporto ferroviario”.

A proposito di giovani che vanno via dalla Sicilia e di formazione professionale, il direttore  Mulè ricorda che in sala c’è Gianni Bocchieri, direttore assessorato formazione lavoro Regione Lombardia, un ragusano emigrato al Nord. La formazione lombarda dà fondi alle imprese e non più agli enti formatori cosi’ da formare i giovani e assumerli. Un esempio da seguire anche in Sicilia?

Musumeci risponde che trova sbagliate le modalità con cui è stata gestita la formazione finora in Sicilia ma dice anche che intende creare un’agenzia regionale che intercetti le esigenze di formazione, come dettate dal mercato del lavoro. “Sono comunque per coinvolgere scuole, università e imprese. vedremo poi il rapporto con gli enti”.

Infine Mulè chiede ma come si farà, in 5 anni, a rendere la Sicilia da “buttanissima” in “bellissima”?

Il governatore conclude dicendo: “Siamo un popolo ruffiano che si è abituato a varie dominazioni, seduti davanti la porta in attesa del cliente, immagine brutta ma rende l’idea di un’isola che dalle coste ha guardato chi veniva, i vari dominatori. Siamo stati incapaci di reagire. Il nostro atavico male, non è la mafia che lo è solo dall’unità d’Italia, ma è la rassegnazione. Nel nostro dialetto non esiste il tempo del “futuro” perché ci è stato impedito di progettare, rassegnati a vivere nell’avidità del pane quotidiano. E allora questa terra buttanissima puo’ diventare bellissima non dal punto di vista esteriore, lo è già, è la bellezza interiore l’obiettivo da raggiungere. L’obiettivo della politica deve essere quello di far diventare la Sicilia bella dentro, attraverso un processo di conversione culturale che deve coinvolgere tutti”.

 

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