VINCE IL PADUA RUGBY

Per il Padua Rugby Ragusa, la partita contro le Aquile di Enna, poteva essere l’occasione per provare schemi e nuove giocate in vista di incontri più impegnativi, mettendo in mostra quel rugby spumeggiante e veloce cui da qualche stagione a questa parte ci ha abituati, e, al contempo, portare a casa, in modo tranquillo, i cinque punti che sarebbero serviti a restare nelle zone alte della classifica.

Invece, pur centrando quest’ultimo obiettivo (43 a 10 il risultato finale che, sommato alla sconfitta della capolista Misterbianco di fronte ai Briganti di Librino, proietta la squadra iblea in testa alla classifica), i paduini hanno fatto vedere, ai quasi trecento spettatori presenti al Petrulli di Ragusa, un rugby spento, lento e senza grinta.

Che la giornata non fosse delle migliori lo si è visto fin da subito, quando, dopo il minuto di silenzio osservato per la prematura scomparsa dell’ex giocatore della Benetton e della nazionale Piero Dotto, un pasticcio in ricezione nei propri 5, dà la possibilità a Maurizio Giunta, dopo un batti e ribatti sulla linea di meta, di portare in vantaggio la propria squadra. Lo stesso Giunta sbaglia la successiva trasformazione. 0 a 5.

Il Padua è però squadra di livello superiore e ci mette 23 minuti per conquistare vittoria e punto di bonus grazie a quattro azioni da manuale. La prima, al 6°, dopo un’azione che si svolge in più fasi, con Andrea Solarino che viola l’area di meta ennese; la seconda, al 14°, con una giocata tra i fratelli Peppe e Stefano Iacono e con quest’ultimo che, preso il pallone, va di forza a marcare la meta; la terza e la quarta, al 23° e al 25°, con capitan Iacono che, con due giocate fotocopia, va a poggiare l’ovale, dopo le sue caratteristiche finte e i suoi imprevedibili cambi di passo, sotto i pali. Quattro mete e tre trasformazioni, del solito Iacono, che portano il risultato sul 26 a 5.

A questo punto, forse perché i ragusani pensano che la partita sia già bella e vinta, sarà perché invece al Padua manca la mentalità del killer, fatto sta che di colpo la squadra iblea si siede sugli allori e la partita si fa brutta e monotona.

A ravvivarla, al 34°, c’è solo la bella meta di Paolo Iacono che, partendo da centrocampo, si infila nell’immobile difesa ospite e va a depositare l’ovale al centro dei pali. Per il fratello Peppe è uno scherzo trasformare. 33 a 5.

Poi nulla più fino al fischio finale del buon Letterio Scopelliti della sezione di Messina.

Le statistiche dicono di 22 minuti giocati nella metà campo ennese e di 20 minuti di possesso per ciascuna delle due squadre; la realtà dice invece che ogni qualvolta i ragusani hanno premuto sull’acceleratore, hanno segnato una meta.

Con queste premesse, tutti si aspettano, nel secondo tempo, un’esplosione biancazzurra, anche perché i ragazzi di coach Vinti ci hanno abituati a secondi tempi supergalattici. Invece il XV ibleo torna in campo svogliato, senza stimoli e, pur giocando quasi tutto il tempo nella metà campo avversaria, alla fine le statistiche ribadiranno la superiorità paduina con i 32 minuti di gioco svolti nella metà campo ennese e con i 23 minuti di possesso palla, sono le Aquile ad accorciare, al 47°, con la seconda meta di Giunta, arrivata dopo un placcaggio mancato di Peppe Iacono sul suo diretto avversario, e nonostante la superiorità numerica dei ragusani, visto che due minuti prima l’estremo Andrea Arena era stato mandato a riposarsi sotto i pali avversari per un fallo professionale in una ruck.

Da quel momento e fino al 71°, per il Padua tanta supremazia territoriale ma tante giocate vanificate da banali errori o da falli, mentre per gli spettatori tanta noia.

Solo a nove minuti dalla fine i ragusani si scuotono dal torpore in cui sono caduti e segnano la sesta meta di giornata con una veloce azione corale del XV ibleo, finalizzata da Gianluca Tumino. 38 a 10.

E allo scadere arriva anche la settima marcatura, questa volta è Andrea Battaglia a trafiggere la difesa avversaria, dopo una bella giocata che vede protagonisti tutti i trequarti biancazzurri. In entrambi i casi il piede di Peppe Iacono è impreciso.

Sul 43 a 10 l’arbitro manda tutti negli spogliatoi, dove incontriamo un Max Vinti dallo sguardo cupo per la prestazione della sua squadra: «Sono amareggiato per come abbiamo giocato. Di fronte avevamo una squadra, lo dico con il massimo rispetto per l’Enna, che non era certo alla nostra altezza e noi, invece di giocare come sappiamo, ci siamo adeguati al loro livello. Avremmo potuto, e dovuto, fare di più, soffrendo meno e facendo vedere un gioco migliore ai nostri tifosi. Dobbiamo tornare ad essere umili perché, come ho già detto, non basta vincere il derby per vincere il campionato».

Facce più distese nell’altro spogliatoio. Gaetano Cammarata, tallonatore e allenatore giallonero: «Nel primo tempo abbiamo fatto alcuni errori e il Padua ne ha prontamente approfittato. Nel secondo tempo abbiamo invece tenuto un po’ meglio, ma la sconfitta ci sta. D’altra parte eravamo davanti alla prima della classe e più di questo, credo, non avremmo potuto fare. Complimenti ai miei uomini e ai nostri avversari».

Difficile, quest’oggi assegnare il titolo di Man of the Match. Nessuno degli uomini scesi in campo si è dimostrato migliore dei compagni. Alla fine Ragusarugby.it ha deciso di dare la bottiglia di “Rosso Padua” a Giorgio Carbonaro, al rientro come titolare dopo diversi mesi, perché la sua è stata una buona prestazione, fatta di impegno e sacrificio.

 

 

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