VENERDÌ 17: LA MISSIONE SALVIFICA DI DUE PRETI IN UN QUARTIERE AD ALTO TASSO CAMORRISTICO

Andato in scena ieri sera al Teatro Garibaldi di Modica “Venerdì 17” di Antonio Grosso. Una storia singolare caratterizzata da un’esilarante comicità.

Due preti un po’ particolari e la suggestiva scenografia che proietta lo spettatore in una chiesa abbandonata, al buio e in pessime condizioni sono la premessa di uno spettacolo ben fatto e ben strutturato.

Ambientata in un quartiere preda del degrado sociale, della malavita, dove il valore di un uomo si misura con i centimetri della lama di un coltello, la storia ruota attorno a due preti, uno ottimista e propositivo, l’altro pessimista e disfattista. I due, non senza qualche difficoltà, tenteranno di bonificare un quartiere dove prospera la criminalità organizzata.

Incontreranno personaggi che li catapulteranno in una realtà dura, ma la speranza e l’onestà potranno compiere il miracolo di rendere il quartiere libero dal malaffare e far fiorire la fiducia e una nuova voglia di aggregazione.

Tutto ruota attorno al tema della salvezza delle anime perdute nelle braccia della camorra.

Il tossico Michele (Ariele Vincenti), è il primo personaggio incontrato dai due sacerdoti nel buio della chiesa al loro arrivo, minaccioso e in crisi di astinenza; Giggino (Giuseppe Orsillo), è il giovane balordo che cambierà vita nel corso degli eventi; Anna (Carmen Di Marzo) è una donna decisa, ossessionata dalla pulizia e dall’ordine, l’incarnazione dell’eccesso di zelo per la restaurata chiesa, ormai affollata dai parrocchiani.

La regia firmata Paolo Triestino, non manca di colpi di scena e di gag improvvise.

Antonio Grosso e Antonello Pascale, i due sacerdoti, sono una coppia straordinaria perché soggetti diversi che si completano a vicenda.

La storia ha un senso nel contrasto tra la missione salvifica e la presenza costante della malavita, che non gradisce quel fermento nella popolazione.

L’atteggiamento fermo di don Ezio e don Sabatino non mancherà di far giungere avvertimenti, fino all’epilogo scontato, che riserverà però una sorpresa finale.

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