È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
VENERDÌ 17: LA MISSIONE SALVIFICA DI DUE PRETI IN UN QUARTIERE AD ALTO TASSO CAMORRISTICO
08 Gen 2015 09:05
Andato in scena ieri sera al Teatro Garibaldi di Modica “Venerdì 17” di Antonio Grosso. Una storia singolare caratterizzata da un’esilarante comicità.
Due preti un po’ particolari e la suggestiva scenografia che proietta lo spettatore in una chiesa abbandonata, al buio e in pessime condizioni sono la premessa di uno spettacolo ben fatto e ben strutturato.
Ambientata in un quartiere preda del degrado sociale, della malavita, dove il valore di un uomo si misura con i centimetri della lama di un coltello, la storia ruota attorno a due preti, uno ottimista e propositivo, l’altro pessimista e disfattista. I due, non senza qualche difficoltà, tenteranno di bonificare un quartiere dove prospera la criminalità organizzata.
Incontreranno personaggi che li catapulteranno in una realtà dura, ma la speranza e l’onestà potranno compiere il miracolo di rendere il quartiere libero dal malaffare e far fiorire la fiducia e una nuova voglia di aggregazione.
Tutto ruota attorno al tema della salvezza delle anime perdute nelle braccia della camorra.
Il tossico Michele (Ariele Vincenti), è il primo personaggio incontrato dai due sacerdoti nel buio della chiesa al loro arrivo, minaccioso e in crisi di astinenza; Giggino (Giuseppe Orsillo), è il giovane balordo che cambierà vita nel corso degli eventi; Anna (Carmen Di Marzo) è una donna decisa, ossessionata dalla pulizia e dall’ordine, l’incarnazione dell’eccesso di zelo per la restaurata chiesa, ormai affollata dai parrocchiani.
La regia firmata Paolo Triestino, non manca di colpi di scena e di gag improvvise.
Antonio Grosso e Antonello Pascale, i due sacerdoti, sono una coppia straordinaria perché soggetti diversi che si completano a vicenda.
La storia ha un senso nel contrasto tra la missione salvifica e la presenza costante della malavita, che non gradisce quel fermento nella popolazione.
L’atteggiamento fermo di don Ezio e don Sabatino non mancherà di far giungere avvertimenti, fino all’epilogo scontato, che riserverà però una sorpresa finale.
© Riproduzione riservata