UNIVERSITA’, CONSIGLIO PROVINCIALE TAGLIA LE SOMME E SI SCATENA LA PROTESTA DEGLI STUDENTI

Gli studenti della sede ragusana di Giurisprudenza esprimono forte sconcerto e turbamento per quanto deliberato dal Consiglio Provinciale.

 

Negli scorsi giorni, infatti, dopo le rassicurazioni più volte elargite da tutti gli attori istituzionali e gli impegni personalmente assunti dal presidente Antoci, la Giunta Provinciale aveva provveduto a ripristinare i 750 mila euro che l’Ente avrebbe dovuto conferire all’Ateneo catanese, secondo l’accordo di transazione del giugno 2010, in aggiunta ai 750 mila già versati. L’emendamento, però, avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio, cui il comitato aveva intanto rivolto un forte appello affinché, confermando l’impegno di spesa, creasse il clima migliore per la felice conclusione delle trattative tra Consorzio e Università.

Una folta rappresentanza di studenti che ha assistito ai lavori consiliari è stata subito blandita da molteplici dichiarazioni, rese dai consiglieri di maggioranza sia durante i lavori che fuori dall’aula, secondo le quali l’intenzione politica era fermamente quella di confermare la presenza universitaria a Ragusa e gli impegni assunti con l’Ateneo.

 

Inaspettatamente, però, dopo che la maggior parte degli studenti era stata indotta ad abbandonare l’aula sia dalle molteplici rassicurazioni ricevute sia dall’ora tarda, il presidente Occhipinti ha annunciato un emendamento, proposto dai consiglieri di maggioranza, con il quale si chiedeva di sottrarre ben 350 mila euro al capitolo università per destinarli ad altri capitoli

 

Malgrado le forti critiche dell’opposizione attorno alle 23.30 il Consiglio ha approvato lo storno che, a giudizio degli studenti, decreterà la morte quasi certa dell’università a Ragusa.

 

Come se non bastasse, si legge in una nota a firma del comitato spontaneo degli studenti, poco dopo la loro uscita dall’aula gli studenti, che hanno assistito in silenzio all’intera seduta e che da mesi combattono la loro giusta battaglia in modo totalmente apartitico solo per difendere gli interessi propri e di tutto il territorio, sono stati persino insultati da un consigliere di maggioranza che li ha definiti una «claque».

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