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UNA FAMIGLIA DI ARTISTI A MONTEROSSO ALMO, UNO TRA I BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA
03 Dic 2016 14:34
L’ingiuria è un particolare appellativo che ha la funzione d’identificare un capofamiglia e, di conseguenza, il suo nucleo familiare: è usato principalmente in Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia e Puglia, ma anche in altre regioni.
Nella storia dell’arte italiana vi sono molti casi di famiglie di artisti, a volte ristretti ad una sola generazione, altre volte riguardanti vere e proprie dinastie di più generazioni.
Nel caso della famiglia Scollo gli artisti sono tanti e sono impegnati in vari campi, dalla pittura alla scultura alla musica. Francesco Scollo, detto Ciccio, nasce a Monterosso Almo nel 1939 e il 10 aprile del 1958 scrive la prima poesia Una notte di gelo e continua a scrivere fino ad oggi in dialetto e in lingua e può vantare oltre 1500 opere ancora da pubblicare. Nel ’97 è uscita una sua prima raccolta dal titolo Versi iblei; successivamente pubblica altri sei libri: Serenate, Racconti, Vita Monterossana, Cunti do mè Paisi, Dialoghi, La voce degli amici in poesia, Cunti r’intra la storia, Orgoglio e natura – diario di una vita. Ha diretto un film di sua produzione e scritto più di ottanta canzoni, è cintura nera quinto DAN con qualifica di Maestro e arbitro nazionale. Con sua moglie Santina ha tre figli: Gaetano, Gianpaola e Giovanni. Gaetano è maestro di arti marziali. Gianpaola è una creativa e realizza con fogli di giornale, tappi di bottiglie, scontrini e tanto altro, abiti elegantissimi e molto originali; inoltre dipinge e crea sculture in pietra. Giovanni dipinge, realizza sculture e oggetti in terracotta.
Paolo Scollo è il fratello di Francesco, è uno scultore che lavora la pietra arenaria tipica del ragusano: inizia la sua attività artistica da autodidatta già a 12 anni disegnando i bozzetti di quelle che poi diventano meravigliose opere d’arte in pietra. Se si passa da Monterosso è possibile visitare la sua bottega, ubicata nel cuore del borgo, e ammirare le sue particolari fontane, piccole riproduzioni che fanno fede all’originale, mortai, volti, orologi e oggetti vari d’arredo. Circa dieci anni fa, dopo aver partecipato al presepe vivente di Monterosso Almo come scalpellino, segue un corso per imparare a realizzare ceste e panari e in poco tempo diventa un esperto e inizia a produrre alcuni pezzi di diversa grandezza e forma utilizzando parti del salice piangente e ulivo: “Si devono tagliare con la luna piena perché vanno raccolti nel momento giusto, l’ultima luna di gennaio – ci tiene a sottolineare – perché il periodo della raccolta del legno deve avvenire nel momento giusto”. Paolo ha due figli: Giovanni e Umberto. Giovanni è un artista poliedrico: dipinge, realizza friscaletti e suona.
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