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UN SANTO GIOVANE TRA I GIOVANI
27 Ago 2012 13:49
Una breve ma intensa visita quella di san Giovanni all’oratorio salesiano di Ragusa, che ha visto l’incontro di un Santo giovane con i giovani. Il direttore, don Gianni Lo Grande, salutando gli intervenuti e introducendo la preghiera del vespro, esplicitava i motivi ispiratori e di contatto tra il precursore del Signore e il santo torinese e richiamava le parole del rettore maggiore dei Salesiani don Pascual Chavez che si esprimeva così: “Don Bosco ha voluto “consegnare fin l’ultimo respiro della sua vita ai giovani, con uno stile di vita spartano ma gioioso, povero ma decoroso, semplice ma generoso, austero ma comprensivo, con una predilezione per i più bisognosi e svantaggiati. Così san Giovanni Battista non solo con la sua predicazione, ma persino con la sua forma di vestire e il suo cibo, evidenziava che viveva libero da tante inutili preoccupazioni per essere pronto a scorgere ed accogliere la presenza di Colui che attendeva ed annunciava”. La nostra città ha bisogno di questo richiamo all’essenziale e di questa dedizione totale, sia da parte della Chiesa, sia da parte delle istituzioni. Ma un particolare ancora lega san Giovanni Battista e don Bosco, che non a caso portava il nome di Giovanni e quindi faceva l’onomastico proprio il 24 giugno. Era il 1854 e Domenico Savio, che era arrivato all’oratorio proprio in quell’anno, si trovò a vivere per la prima volta la festa dell’onomastico di don Bosco; tutti i ragazzi dell’oratorio vollero manifestargli il loro affetto, e Don Bosco, per ricambiare, disse: “Ognuno scriva su un biglietto un regalo che desidera da me. Vi assicuro che farò il possibile per accontentare tutti”. Le richieste furono le più stravaganti. Chi chiese un quintale di cioccolata per averne tutto l’anno, chi un cagnolino come quello che aveva al suo paese … Domenico Savio scrisse cinque parole: “Mi aiuti a farmi santo”. Don Bosco chiamò Domenico e gli disse: “Ti voglio regalare la formula della santità. Primo: allegria – Secondo: i tuoi doveri ben fatti – Terzo: far del bene agli altri”. Questo richiamo ad una vita che non rifugga dalle responsabilità, impegnata e semplice allo stesso tempo, è l’augurio che cogliamo e porgiamo ai giovani e alla nostra città.
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