È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UMBERTO ECO: ONORE AL GENIO ITALIANO
20 Feb 2016 17:56
Il prof. Umberto Eco ebbi il privilegio di conoscerlo all’Università di Bologna (la prima università del mondo) nei primi anni settanta, in qualità di mio professore di Semiotica al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), dove mi ero appena iscritto. Un amore a prima vista da parte mia, un amore intellettuale che è cresciuto negli anni e che è diventato totale alla lettura del suo romanzo IL NOME DELLA ROSA che lui amava definire come il peggiore dei suoi libri e che è di certo a parer mio il più grande romanzo storico-scentifico del Novecento. Erano i tempi della contestazione e questo professore quarantenne con la barba nera come la mia era l’idolo di noi duri e puri studenti contestatori affascinati dalla sua geniale vicinanza che si tramutò, per dirne una, nell’esame politico con conseguente voto collettivo a cui ci sottopose contravvenendo alle rigide direttive del Preside della Facoltà Benedetto Marzullo che lo vietava in modo categorico. Anche in questo caso il prof. Umberto Eco a cui davamo rigorosamente del tu, dimostrò la sua acuta e libera intelligenza facendoci sedere a cerchio nell’aula d’esame e dopo un lunghissimo dibattito ci interrogò uno per uno per 3 minuti ciascuno al fine di darci la sua personale benedizione con il voto individuale sul libretto d’esame che non era numericamente uguale per tutti ma che lo era di fatto. La sera andavamo a cena assieme nelle trattorie del centro ormai scomparse, che perdita imperdonabile per la città, ed anche al cinema e mi entusiasmavai fare parte anche io del mondo immortale del pensiero e della cultura che non conosce catene né confini né obblighi di alcun genere e a cui per la verità mi sono sempre ispirato. Ci siamo sentiti di tanto in tanto e vent’anni fa gli ho mandato il mio testo teatrale su Costanza d’Altavilla madre di Federico II di Svevia precursore dell’identità europea che molto lo ha sempre interessato, ( a tal proposito leggete l’ intervista “Cari ragazzi ringraziate di essere europei”– La Repubblica, 29.11.14) e ne ho ricevuto lodi ed incoraggiamenti tali da spronarmi a tentare con successo di rappresentare l’opera in quasi tutti i continenti. Il ricordo di Umberto con le sue fattezze gentili, con la sua voce dialogante sempre pronta all’ironia e alla spietata identificazione dell’essenza delle cose, mi rimane assolutamente nitido e deriva dalla memoria che a suo dire è da identificare nell’anima stessa senza la quale l’uomo diventa un vegetale. Umberto Eco ha ricevuto 40 lauree ad honorem, è stato uno dei favoriti per l’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura, non glielo hanno mai dato, anche se lo meritava più di tutti gli altri italiani che lo hanno ricevuto, ma nel nostro cuore lui lo ha ottenuto ogni giorno per la sua geniale e dotta scrittura e lo ricorderemo sempre come l’uomo che ha nobilitato la gens italica nel mondo senza mai nulla chiedere in cambio.
Arturo Mingardi
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