ULTIMA SERATA ALPINISTICA AL 63° TRENTO FILM FESTIVAL

Ieri sera nell’Auditorium Santa Chiara gremito di spettatori, si è svolta la serata alpinistica impostata sulla storia delle scalate del Cervino, dai primi tentativi fino ai giorni nostri passando per la così detta guerra bianca (quella parte della Grande Guerra combattuta sulle Alpi soprattutto quelle dolomitiche). Da Edward Whimper e Jean Antoine Carrel (1865) a Walter Bonatti (1965).

E da questo si possono comprendere le cifre del titolo: conquista del Cervino, Grande Guerra, la storica scalata di Bonatti in solitaria, invernale, della parete nord della montagna.  

Ha iniziato Messner con la storia e filmati d’epoca, prosegue Bermasse raccontando anche il ‘suo’ Cervino e mostrando anche reperti: tipo la bisaccia che avevano gli inglesi quando conquistarono la vetta e anche un pezzo di scala di corda usata (ci sono i documenti filmici) trovata dal padre dell’alpinista durante le sue incursioni sul Cervino.

Dice tra l’altro Messner: “Tempo fa ho detto che l’alpinismo era fallito, ma oggi dico no, non è vero, perché ci sono giovani che non pensano solo all’arrampicata o alla salita ma capiscono che l’alpinismo è più che altro cultura. Giovani come Hervé Barmasse”. E aggiunge: “Hervè vede la storia dei 150 anni nelle sue salite  capace di trovare l’avventura sulle Alpi e non solo in Himalaya o in Patagonia. Giovani come lui difendono i valori veri dell’alpinismo tradizionale. Io ho detto che ci sarebbero mancati giovani che fanno cultura dell’alpinismo, ma oggi dico no, ci sono ancora”.

Un altro interessante intervento è stato quello della scrittrice e scalatrice Antonella Fornari, che ha appena pubblicato il libro Le donne e la Prima Guerra Mondiale. Mettendo in evidenza quanto le donne: madri, mogli, sorelle, vedove, bambine, alpiniste, donne-soldato, hanno dovuto subire, sacrificare e soffrire in quel periodo.

E Messner che ci racconta di guide alpine, dei due eserciti (austriaco e  italiano) dove gli alpinisti e soprattutto le guide non intendevano combattere e tendevano invece a fraternizzare.

Un’altra sorpresa  ci riserva Messner quando parla del mitico Walter Bonatti e mostra gli scarponi che indossò quando fece la scalata in solitaria del Cervino in cinque  giorni e quattro bivacchi, che  fu poi la conclusione del suo alpinismo estremo e come lo chiamava lui stesso si dedicò, dopo avere lasciato  quello verticale, all’alpinismo orizzontale ossia l’esplorazione.

“Walter Bonatti con la sua ultima grande salita, la solitaria alla Nord del Cervino, ci ha lasciato i veri valori dell’alpinismo”,  ha chiosato Messner.

La serata si è conclusa con un bel filmato inedito di Hervé Bermasse.

Non è mancato  da parte di Reinhold Messner un appello per il Nepal dopo il disastroso terremoto.

La serata si è sviluppata, durante i racconti Messner-Bermasse, con interessanti e ben calibrati, ‘inserti’ di letture, brevi piece teatrali, spezzoni di film storici e l’accompagnamento musicale del gruppo Apocrifi e del Coro Martinella. Serata riuscitissima.

 

 

 

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