“THE LIGTH” DI HOLLYSIZ CASSEL

Cécile Cassel, filia d’arte e sorella del famoso attore francese Vincent, si è fatta ribattezzare HollySiz, si è tinta i capelli e le labbra rosso fuoco e ha persino cambiato mestiere. Ha abbandonato il tutù rosa dei  sogni di diventare ballerina all’opera di Parigi ed ha abbracciato la carriera di musicista rock, dando alla luce l’inaspettato successo con My name Is, album da 1,7 milioni di click su YouTube con cui fa il tutto esaurito nelle tappe della sua tournèe.

Difficilmente Cécile poteva sfuggire a una carriera i successo. Cresciuta a pane e talento, in una famiglia di attori e musicisti di fama internazionale, si è divisa per anni tra il teatro e il cinema prima di approdare a quella che definisce “la sua vera passione”, ovvero la musica e un album a cui ha dato gli albori curandone ogni aspetto, dalla redazione delle canzoni alla produzione.

Delle dodici tracce che fanno l’album, quella che vi voglio raccontare è “The Ligth”, sonorità misteriosa e dal fascino dark, sicuramente la traccia più enigmatica e intrigante, racconta di un vero e proprio viaggio alla scoperta di un mondo altro, di altre atmosfere ed emozioni, di lotte e correnti in direzione della realizzazione di sogni e necessità, talvolta anche inconfessabili.

Quale emozione potrebbe rappresentarsi con cotanto trasporto se non quello di un prigioniero nel proprio corpo, ancor meglio se bambino, puro e privo di malizia, ma che non può sfuggire dalle angherie dei bulli a scuola o dallo sguardo severo e riprovevole del padre, incredulo nel guardarlo giocare con gli unicorni alati invece che con pistole e macchinine, quando lo guarda dondolarsi davanti allo specchio con il suo vestitino da bambina, quando avverte la “diversità” di quel figlio nato nei panni sbagliati.

L’autrice non si limita a raccontare la storia attraverso parole e melodia, ma queste si accompagnano a suntuose e toccanti immagini che si fanno cortometraggio di un racconto dalla immensa umanità.

Non ci è dato dare un nome al protagonista. Ci è solo consentito di toccarne la sofferenza. Di vederlo andare a scuola con il suo vestitino viola, sfidando gli sguardi i stigma e derisione dei compagni. Lui è più forte, non si lascia ferire da chi non può comprenderlo.

Solo l’incomprensione ostinata del suo papà è difficile da vivere, è una ingiusta sofferenza.

Eppure è quella che regala la più grande emozione, dopo aver toccato la straordinaria forza di questo bambino, ci viene concesso il lieto fine con una svolta nel rapporto fondamentale tra padre e figlio: sul finale, di fronte alla tristezza e al mutismo del suo bambino, gli regala tutto il suo amore con un gesto che vuol dire “qualunque cosa ti faccia felice, fa felice anche me”.

C’è altra dimostrazione d’amore?

Il videoclip tocca con grande sensibilità il tema della tolleranza e non stona la nota di speranza regalata alla fine con il ricongiungimento tra padre e figlio.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=Cf79KXBCIDg

 

 

 

TESTO DELLA CANZONE:

 

“Let the light come through us

Let’s believe in ourselves

Let’s believe in something

Let the lights come through us

Let’s believe in ourselves

Let’s blow the dust on shelves

 

Let the shout-outs locked up in our mouth

 Let us go

Let us grow

Let’s believe we can change

Let’s believe in ourselves

 Let us go

Let us grow

Let’s believe we can change

Let’s blow the dust on shelves

 

Let the shout-outs locked up in our mouth

 Let’s believe in our minds

 

Let’s believe we will let the shout-outs locked up in our mouth

Let the shout-outs locked up in our mouth”

 

 

Lasciamo che la luce passi attraverso di noi
crediamo in noi stessi
crediamo in qualcosa

Lasciamo che la luce passi attraverso di noi
crediamo in noi stessi

Soffiamo la polvere sugli scaffali

 

Lasciate uscire le grida fuori rinchiuse  nella nostra bocca

Andiamo

consentiamoci  di crescere
crediamo che possiamo cambiare
crediamo in noi stessi

 

Andiamo

consentiamoci  di crescere
crediamo che possiamo cambiare
crediamo in noi stessi

 

Lasciate uscire le grida fuori rinchiuse  nella nostra bocca

 

 crediamo nella nostra mente


crediamo che faremo uscire l’urlo fuori dalla nostra bocca
Lasciate che le grida rinchiusi nella nostra bocca escano fuori . . .

 

 

 

 

 

 

(traduzione di http://www.ratherrarerecords.com/it/dads-and-hollysiz/)

 

 

 

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