Terremoti: forse li misureremo con la magnitudo “Ninto”. Grazie al lavoro del ricercatore ragusano Occhipinti vittima di un incidente

Chissà se dopo la scala Richet e la scala Mercalli, prossimamente avremo anche la scala Ninto (o scala Occhipinti). Quella che sembra una boutade, potrebbe essere una realtà perché Giovanni Occhipinti, il fisico dal look improbabile, il ricercatore tra le nuvole, come l’ha definito in un articolo il noto magazine Liberation, ha nei fatti scoperto un nuovo metodo per misurare i terremoti, un modo che permette di prevenire gli tsunami. Lo hanno ricordato ieri durante i funerali i colleghi docenti di Parigi e i componenti dell’istituto di Geofisica di Catania. Una misura che si basa sulla luminescenza atmosferica dello tsunami.

E così Ninto ha contribuito fortemente ad inventare la “magnitudo ionosferica” e più recentemente, lo sviluppo di nuovi metodi rapidi di caratterizzazione ionosferica dei terremoti tsunamigenici. Grazie al suo impulso, un giorno il monitoraggio in tempo reale della ionosfera sarà effettuato dalle stazioni Gps della rete dell’Osservatorio della Guadalupa. Proprio quello a cui per anni ha lavorato Ninto, magari saltando su di un taxi a Parigi senza nemmeno pensarci un secondo per poi prendere un aereo verso il Giappone per catapultarsi dove c’era appena stato uno tsunami, per studiarlo da vicino, proprio mentre tutti andavano nella direzione opposta, scappando. 

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