STORIE DI LIBRI TRA PALERMO E MONREALE

Si trattava di scegliere, con cura, il libro-simbolo di “Storie di libri tra Palermo e Monreale”, che si terrà il prossimo 26 novembre: un libro in grado di rappresentare cioè degnamente il lavoro di tutti coloro che nella Sicilia operano nel campo delle culture, degli studi e del sapere. E l’Università di Palermo, il Comune di Palermo, il Comune di Monreale, gli Arcivescovadi di Palermo e Monreale, organizzatori della grande manifestazione, con l’Associazione Cassaro Alto, non hanno esitato a scegliere Federico II e il suo tempo di Ferdinando Maurici, Ferdinando Raffaele, Carlo Ruta e Teresa Sardella, edito da Edizioni di Storia e Studi Sociali. Sarà perciò questo il libro che il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, accompagnato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, consegnerà, quale testimone, agli atleti di Marathon Monreale e dell’ADS Polizia di Stato, per dare inizio alla maratona che si concluderà a Monreale. Poi, una volta percorso l’intero tragitto tra le due città, gli atleti consegneranno il libro-simbolo all’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi e al sindaco della città Piero Capizzi al Duomo, che daranno il via ufficiale  alla manifestazione, tra le massime della Sicilia, con oltre settanta eventi di alto profilo nell’arco della giornata.

Giovanna Corradini, editore delle Edizioni di Storia e Studi Sociali, dichiara: “Contenta e sorpresa. Dopo l’uscita di questo libro, che ha preso spunto dal convegno federiciano di Buccheri tenutosi la scorsa estate, si avvertiva un forte e diffuso interesse, per il modo in cui il tema è stato trattato dai quattro studiosi. Ma non me l’aspettavo. Per questa scelta, che mi onora, mi preme ringraziare l’Università degli Studi di Palermo, gli Arcivescovadi di Palermo e Monreale, i Comuni di Palermo e Monreale e l’Associazione Cassaro Alto. Un grazie caloroso, infine, a Susanne Vaccaro Notte, titolare della libreria Vaccaro e al presidente dell’Associazione Cassero Alto, Domenico Bottiglieri”.

 

 

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