SPLENDIDA PERFORMANCE AL GARIBALDI DI MODICA CON “T’AMO SENZA SAPERE COME”

Una tematica bella, trattata in modo delicato, ma profondo quella che domenica 15 gennaio quello che ha inaugurato la rassegna “La follia in scena parte I”, organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi. Sul palco l’anteprima assoluta della pièce T’amo senza sapere come del regista/sceneggiatore modicano, Angelo Ruta, raccontata dall’intensa narrazione dell’attore napoletano Pietro Pignatelli e dalle superbe movenze coreutiche della danzatrice e coreografa milanese Maria Carpaneto.Riuscire a comunicare con il corpo, da donna e danzatrice, in modo totalizzante, in un duetto comunicativo che arriva al cuore. Lo ha saputo fare in modo eccelso grazie alla collaborazione, a detta di Maria Carpaneto, con artisti del calibro di Ruta e Pignatelli.

Sul palco l’amore di Dino Campana e Sibilla Aleramo; un amore a metà tra amore e odio, “a volte – sottolinea la danzatrice Carpaneto – compiacimento, a volte compassione, a volte lotta interiore, scoperta. CI sono molte sfumature e credo che in Dino ci fosse molto animo femminile e viceversa in Sibilla molto dell’animo maschile ed è per questo che i due si compenetravano molto bene.”

Certamente se il pubblico a sua volta è riuscito a compenetrarsi molto bene nei testi tratti dalle tracce biografiche delle lettere che per un anno e mezzo si scambiarono Dino e Sibilla si deve al pregevole lavoro di interpretazione e stesura dei testi, arricchiti dai versi di Whitman e Rimbaud, tradotti in pièce teatrale dal regista Angelo Ruta. “Un autore molto amato – afferma Ruta -, ma molto difficile come poesia che è però molto adatto ad un pubblico giovane , soprattutto giovane dentro. Si è trattato dunque di una bella sfida, una bella scommessa e per questo mi ci sono tuffato dentro.” Danza e musica sono gli ingredienti che lo sceneggiatore Ruta ha integrato in un equilibrio perfetto per raccontare l’amore, ma in realtà per raccontare la vita. “ La musica – spiega Ruta –, più precisamente il ritmo variato della canzone “Besame Mucho”, mi è servita per raccontare questo amore ossessivo. Infatti ho fatto ricorso alla stessa musica, ma in arrangiamenti diversi per farli diventare il tema di questa ossessione.” La magia della pièce l’ha fatta la calda e matura voce del “narr’attore” pietro Pignatelli, Piè per gli amici, che nonostante i suoi numerosi impegni teatrali, cinematografici e televisivi torna a Modica on affetto, lui che, in questi quindici anni di carriera, ha raccontato al suo pubblico l’amore con le canzoni napoletane, l’amore per la vita con la follia di Van Gogh e con T’Amo senza sapere come è riuscito a far commuovere il pubblico grazie alla sua capacità di cogliere gli aspetti più intimi nella vita di ogni essere. “Considero il testo di Angelo Ruta – afferma Pignatelli – uno dei più difficili che abbia interpretato. Credo che questo amore tra Dino e Sibilla sia quello che oggi bisognerebbe portare in giro come amore perché non è quello solito, banale dei cuoricini, del “ti amo, mi ami?”, ma è sicuramento il alto oscuro dell’amore. Quando il “narr’attore” parla di botte, sputi e carezze appassionate non dico che questa situazione la vivano tutte le coppie oggi, ma ci sono parecchie cose che possono ricordarli.

Oggi l’amore lo si vive con grandi passioni destinate a sfumare subito. Questi amori così effimeri che viviamo nel quotidiano. Il loro invece era così forte che anche nelle loro lettere riescono ad arrivare al lettore e al pubblico, a far capire come forte e grande fosse la loro voglia di possedersi. Mi ricorda un po’ – continua Pignatelli – ciò che oggi ci si scrive sui social network. Oggi abbiamo questa grande fortuna dei social network, tipo facebook, dove anche coloro i quali non hanno il coraggio di dichiararsi, di dire ad una persona “ti amo”, si mettono a scrivere. So di parecchi ragazzi che attraverso questi strumenti sono riusciti a dichiarare il loro amore, ad intrattenere  corrispondenze d’amorosi sensi con delle ragazze che prima non erano riusciti nemmeno ad avvicinare. Questo è uno spettacolo  – conclude Piè – che andrebbe proposto ai giovani, così come diceva il regista Ruta. E’ uno spettacolo che parla ai giovani con un linguaggio che sembra ostico, ma che poi arriva immediatamente. Un giovane mi ha detto una cosa bella a fine spettacolo “mi hai fatto ripensare alle mie storie d’amore”. Ecco abbiamo raggiunto l’obiettivo: riuscire a parlare dell’amore del pubblico attraverso l’amore di Dino e Sibilla”. Per riuscire a parlare d’amore, fare cultura, di questi tempi in Italia bisogna arrivare ad auto prodursi, così come in questo caso. “Questo accade – conferma Ruta – perché non coincidono i tempi tra l’urgenza e il bisogno di raccontare delle cose e il momento in cui queste vengono finanziate. Per cui bisogna per forza fare così. Mi sembra ormai una via senza possibilità di ritorno.” Grazie allora per questo coraggio di voler promuovere la cultura e soprattutto per averlo fatto in anteprima assoluta a Modica, al Teatro Garibaldi.

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