SPAZI TEATRALIZZABILI E CULTURALI IN SICILIA

Alla ricerca dello spazio perduto, per  parafrasare il testo proustiano di matrice freudiana, sembra la necessità e il bisogno delle Compagnie teatrali, che sono costrette a reperire luoghi per la loro attività, rivolta comunque ai cittadini, che fruiscono di questa. 

La Regione Sicilia e i nove capoluoghi di provincia sono proprietari, o gestiscono beni culturali,  chiese sconsacrate, luoghi all’aperto, come le aree archeologiche ad esempio, le piazze, gli androni delle case di loro proprietà , anche castelli , a volte, che potrebbero  essere adibiti a luoghi dove svolgere manifestazioni e spettacoli. Purtroppo si assiste ad una scarsa sensibilità politica e crediamo, nel fatto che la valorizzazione avvenga attraverso l’uso del bene culturale e della sua fruizione.

Se, da un lato, siamo convinti che bisogna invertire questa tendenza, soprattutto ad opera degli assessorati alla cultura e dei politici, dall’altro, si assiste alla necessità e al bisogno delle Compagnie di avere un luogo preposto per la loro attività.

Assistiamo ad un periodo di grande crisi della cultura: i vari appelli mediatici , “La cultura è nei guai”, “Una proposta culturale”, firmati da intellettuali, registi, attori, operatori culturali, artisti, ci inducono a delle riflessioni sul bisogno della cultura in genere, e delle compagnie teatrali, nello specifico, di potersi esprimere e agire.

Le Compagnie o affittano una sede, pagando, o vanno ad operare nelle scuole, negli spazi consentiti delle scuole, palestre ad esempio, nei luoghi più svariati, e fanno un’attività di grande importanza  e per la gente.

Nove i capoluoghi di provincia, pochissime le strutture teatrali: sparuti i teatri nella regione, a Catania, a Palermo, a Messina, ad Agrigento, ad Enna,; Ragusa dovrebbe recuperare il Teatro della Concordia del 1840, che rappresenta una autentica storia vivente della città, e della sua realtà  borghese agraria, Marsala ha uno spazio gestito in privato da un gruppo di attori e operatori, il Baluardo Velasco,  altri spazi privati nascono  un altro a Siracusa, che si aprirà in marzo, a  Ragusa Ibla il teatro di Donnafugata è un esempio di piccolo spazio, adatto ad una particolare programmazione, le città di Comiso  Vittoria hanno ciascuna il proprio teatr.

Resta il problema, al di là dei pochi luoghi preposti al teatro delle Compagnie, che sono costrette a chiedere spazi, e sedi al Comune , ad esempio, e queste, se l’assessore alla Cultura è sensibile , lo ottengono, altrimenti sono costrette , come avviene di consueto,  a pagare  una sede. In questo momento di crisi  la situazione non è sostenibile, e tante belle realtà , intendiamo le Compagnie, si sciolgono. Perdiamo così pezzi per strada, la scarsa sensibilità politica e l’economia deficitaria sono le cause di tutto ciò.

Se i luoghi al chiuso sono pochi e radi nel territorio regionale, quelli all’aperto, testimonianza di grandi civiltà , come quella greca e romana, ospitano, in maniera sempre esigua, spettacoli, si valorizzano, programmano l’attività in tempo utile, durante l’anno, ci riferiamo al Teatro di Siracusa, dove si può parlare ampiamente di come la cultura possa essere motore di sviluppo.

Le aree archeologiche in rete vedono due grossi progetti regionali rivolti ad esse, “Il Circuito del mito”, oggi sotto inchiesta, e Teatri di pietra”, per parlare dei più conosciuti. Le aree archeologiche richiedono interventi logistici congrui e costosi, che le Province e il Comune non possono sostenere, per cui molte sono le manifestazioni che non si sono potute realizzare : ne è un esempio “Il Canto delle Pietre” a Kamarina, Ragusa.

Quindi non mancano gli spazi teatralizzabili e culturali, in Sicilia, ma è carente  una volontà politica di renderli operativi, cui si aggiunge la crisi, che costringe ad una resa dei conti mai vista prima.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it