SPAZI PER LA CULTURA E DESERTIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO

In questi giorni su un periodico locale  abbiamo letto un articolo da cui si ricava l’impressione che la nostra città sia ricca di spazi dove fare cultura e spettacolo, abbiamo quasi l’imbarazzo della scelta!

Nel medesimo articolo si dà per scontato che a breve sarà mandato in appalto il restauro dell’ex Cinema Marino.  Vorremmo poterci credere perché troppo volte l’attesa pluridecennale della soluzione di questo problema è stata frustrata. Per altro la facciata di questa struttura presenta seri problemi  di stabilità  e le piante infestanti di cui è “ decorata” hanno creato casi di reazioni allergiche a bambini che frequentano la scuola elementare di Via Ecce Homo.

Nel lungo elenco di teatri, teatrini e sale varie l’estensore dell’articolo ha inserito, giustamente, locali che si trovano  a Ragusa Ibla. Purtroppo la lontananza di questi locali dalle aree di parcheggio scoraggia anche il più appassionato  di   cultura , teatro, musica e quant’altro, se  non ha l’età e le energie per affrontare  delle vere e proprie maratone, tanto più in salita.

Si parla poi del Teatro della Curia, cioè del Teatro del Seminario voluto da Mons Francesco Pennisi, autore di pregevoli testi teatrali in vernacolo, che faceva interpretare dai seminaristi, purtroppo non più rappresentati, nonostante la rassegna in suo onore organizzata ogni anno in occasione della festa del Patrono.

Questo teatro è rimasto chiuso per tanto tempo. E’ stato reastaurato e riaperto e per qualche anno è stato utilizzato come aula magna della facoltà di lingue. Poi, con il trasferimento della medesima facoltà ad Ibla nei locali dell’ex convento di S. Teresa, non è stato più utilizzato e due recentissimi convegni promossi dalla Diocesi sono stati ospitati nel Teatro della Scuola dello Sport. Come mai, disponendo la diocesi di un locale proprio, sceglie un locale molto lontano dal centro della città e raggiungibile solo da chi si muove in auto?

Il Teatro della Scuola dello Sport non è nominato nell’articolo suddetto, eppure, da qualche tempo , vi si ricorre molto spesso per  fare teatro,musica, cultura in genere. Si pensi ,tanto per fare un esempio, al caso di Melodica.

Infine l’estensore dell’articolo mette in elenco il Duemila e il La Licata.  A questo punto ci saremmo aspettati un minimo di  indignazione per due locali chiusi da anni, di cui non ci è dato conoscere le condizioni  di agibilità attuali  e il cui uso è stato negato a cittadini che ne ha fatto richiesta per mettere in scena spettacoli di alto livello.

Grazie alla “politica” perseguita dalla proprietà di questi locali i Ragusani avevano perso il gusto di andare al Cinema e, in quanto al teatro, le compagnie di giro si rifiutavano di tornare a Ragusa perché al Duemila non trovavano quel minimo di confort e di privacy che si deve ad attori di professione, a parte il freddo , i problemi di acustica e di visibilità del palco con cui dovevano fare i conti gli spettatori.

Il problema degli spazi per fare cultura, musica, teatro a Ragusa non è ancora risolto, anzi si ritrovano in difficoltà e penalizzate, per la riduzione dei contributi, le associazioni che da anni operano in  questo settore.

Questo problema coincide con quello della desertificazione del Centro Storico  di Ragusa(“Ibbla viva e Rausa morta” è il titolo di una poesia scritta di Umberto Migliorisi del 1986) . Non ci rallegra sentire che si vuole realizzare un teatro nella Cava Gonfalone e che l’unico cinema multisala di cui disponiamo è sito a tre chilometri dalla città, o che si è realizzato un  teatro alla Quasimodo, cioè a Beddio.

 Vogliamo che quanto già esiste nel centro della città sia restaurato, riaperto e restituito ai cittadini, a quei cittadini a cui si stringe il cuore nel vedere a tutte le ore del giorno e della sera strade come Via Ecce Homo, Corso Vittorio Veneto, Viale Tenente Lena, Piazza Libertà, Piazza delle Poste,e tante altre vie,  quasi del tutto deserte.

Laura Barone

 

 

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